GdS: cinque motivi per credere in un’Inter da scudetto…

Walter Mazzarri PinzoloIn un articolo pubblicato sull’edizione odierna de La Gazzetta dello Sport, il giornalista Sebastiano Vernazza ha analizzato i motivi per cui l’Inter potrebbe essere considerata una delle squadre che lotterà per aggiudicarsi il prossimo campionato.

1. EFFETTO MAZZARRI – Premessa: nell’ultimo campionato l’Inter si è classificata nona, fuori da tutto, dietro il Catania. Non sarà difficile migliorarsi, non sarà obbligatorio competere per lo scudetto. Diciamo che dal quinto posto in su sarà un successo. L’ennesimo anno zero post Champions 2010. Di tutti gli allenatori ingaggiati dopo José Mourinho, Walter Mazzarri è il più definito, il più «risolto». Rafa Benitez non aveva mai allenato in Italia. Leonardo veniva dal Milan ed era di passaggio. Gian Piero Gasperini rappresentava una scommessa, Claudio Ranieri era l’«aggiustatore». Andrea Stramaccioni aveva lavorato al massimo coi ragazzi. Mazzarri è arrivato all’Inter per meriti sportivi accumulati in anni di carriera, non è stato calato dall’alto. Il suo calcio è compatibile con la storia nerazzurra. Helenio Herrera, Giovanni Trapattoni, José Mourinho: il solco è questo. Mazzarri al Milan faticherebbe a farsi accettare. Il Milan ha tradizioni diverse, da Arrigo Sacchi in poi persegue un calcio arioso, accattivante, avvolgente.L’Inter è incline alla sofferenza, al sacrificio, al sudore, e oggi in Italia due allenatori declinano al meglio tali valori: Antonio Conte e Walter Mazzarri. Non ci aspettiamo un’Inter bella e seducente, ma sul pezzo, sempre in partita, mai confusa come negli ultimi mesi della Stramastagione. Un ottimo punto di partenza. E chi sa partire da dove e come ha elevate possibilità di arrivo.

2. IL MIGLIOR PORTIERE – Le grandi squadre hanno grandi portieri. Le eccezioni non mancano per esempio l’Olanda «totale» in porta schierava il pittoresco Jongbloed, ma la regola vale per la maggioranza dei casi. Il portiere dell’Inter è Samir Handanovic e qualunque discorso sulla competitività interista cadrebbe se lo sloveno venisse ceduto. «Handa» in questo momento è l’unico assegno circolare della rosa interista, il solo giocatore monetizzabile pronta cassa. Guai a cederlo, però: si aprirebbe una voragine che smorzerebbe l’effetto Mazzarri. Oggi, nel mondo, chi è superiore o pari ad Handanovic? Neuer e Buffon. Già non scambieremmo Handanovic con Cech o Casillas. Forse vacilleremmo di fronte all’emergente 21enne belga Courtois, erede designato di Cech al Chelsea.

3. GLI ESTERNI – Quello di Mazzarri è calcio a trazione laterale. Nel gioco mazzarriano gli esterni sono fondamentali, coprono 80 metri di campo e devono essere ottimi e abbondanti. In rosa ci sono ali che nella scorsa stagione hanno volato poco e male: il nuovo corso le rimetterà in pista, da Pinzolo segnalano un Nagatomo già scintillante. Ed è in dirittura la trattativa con la Juve per Mauricio Isla. Il cileno sarebbe perfetto, negli anni a Udine aveva dimostrato eccellenti doti tecniche e di corsa. E’ duttile, può agire anche da interno. Controindicazione: un anno e mezzo fa, all’Udinese, si è sfasciato il ginocchio destro e nella stagione successiva, alla Juve, non ha reso come ci si aspettava. Se Mazzarri e il preparatore Giuseppe Pondrelli lo riportano ai livelli preinfortunio, una fascia è sistemata.

4. IL FATTORE K – Mateo Kovacic, 19enne croato, all’Inter dal 31 gennaio. In questi mesi si è capito che è bravo, che ha piede e visione, ma sul ruolo c’è stata discussione. Chi lo vedeva re gista «basso», chi trequartista alla Boban. Mazzarri in persona ha chiarito dove andrà a parare il croato: «Dietro le punte come Hamsik». Lo stesso Hamsik ha capito l’antifona: «Purtroppo Mazzarri riporterà l’Inter in alto».

5. ATTACCO TRA PASSATO e FUTURO – Passato (Milito) e futuro (Icardi e Belfodil) si intersecano, a naso il presente dovrebbe essere garantito. Il Principe di rientro dall’infortunio e «Maurito» a dargli fiato. Sullo sfondo Belfodil: sono molti gli osservatori che colgono nel francoalgerino grandi margini di crescita. Senza dimenticare Palacio, attaccante «movimentista», di quelli che piacciono a Mazzarri.

E, secondo la rosea, ci sarebbe anche un sesto motivo: l’Inter non giocherà in Europa, come la Juve nella prima stagione con Conte in panchina.

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