Icardi pronto a ereditare la maglia numero 9 dai campioni del passato

Icardi arrivo MilanoCi sono numeri di maglia che evocano inevitabilmente le grandi gesta di un passato più o meno remoto, responsabilizzando oltremodo chiunque decida di prenderne possesso. Si potrebbe obiettare facilmente facendo riferimento a quanto poco possa servire un semplice numero stampato dietro la schiena all’interno del rettangolo di gioco, nel quale sono altri fattori a decretare una vittoria o una sconfitta.

C’è chi lo sceglie guidato dalla scaramanzia, chi lo decide in onore di una data importante e c’è, invece, chi lo desidera fortemente per aizzare l’entusiasmo e le aspettative dei tifosi nella speranza di ripercorrere pedissequamente le orme di campioni che hanno fatto la storia proprio con quella maglia addosso. Nell’immaginario collettivo e nella numerologia calcistica il 10 rappresenta indubbiamente l’estro, la tecnica e la fantasia, ma quando si parla di Inter e dei tanti fuoriclasse che hanno fatto tappa a Milano il n.9 è altrettanto indelebile nei ricordi vicini e lontani dei supporters nerazzurri.

Proprio su quest’ultimo sarebbe ricaduta la scelta di Mauro Icardi, attorno al quale ruoterà l’attacco della prossima stagione. L’argentino, infatti, dal suo profilo Twitter, ha “cinguettato” l’immagine della maglietta che lo accompagnerà in questa nuova difficile avventura. Rimasta vacante per un anno intero dopo essere stata indossata per l’ultima volta da Forlan che sul campo ha dimostrato di non esserne degno, ora ha finalmente ritrovato un legittimo (e si spera all’altezza) proprietario.

Tante leggende del passato hanno avuto l’onore/onere di portarla con orgoglio. Procedendo in ordine tassativamente cronologico, nella “Grande Inter” fu appannaggio esclusivo di Domenghini, vincitore in quegli anni di due Scudetti, una Coppa dei Campioni e ben due Coppe Intercontinentali. Dal 1957 al 1961 la nove venne impreziosita da Antonio Valentìn Angelillo, l’uomo del record di 33 reti messe a segno in altrettante presenze. Come dimenticarsi poi di Boninsegna che, con quel numero sulle spalle, divenne capocannoniere del campionato italiano nel ’70-’71 con 24 gol, riuscendo a bissare il titolo anche l’anno successivo(22 segnature) e di “Spillo” Altobelli, simbolo dello Scudetto conquistato a cavallo tra anni Settanta e Ottanta.

Anche Klinsmann indossò la gloriosa maglia, andando ad arricchire con la sua innata qualità la già affollata colonia tedesca dell’Inter (di cui facevano parte Matthaus e Brehme). Passando a trattare della storia moderna della Beneamata, simbolo incontrastato e indimenticato è stato il “Fenomeno” Ronaldo che quel numero lo ha impresso a fuoco sulla propria pelle, “sottraendolo” ad un altro grande attaccante nerazzurro: Zamorano. Il cileno vi rinunciò con tanto dispiacere, che per ovviare alla perdita scelse un modo originale ed alternativo, facendosi assegnare il suo famoso “1+8”. Un altro predecessore illustre dell’argentino di Rosario è Samuel Eto’o che compare tra gli artefici principali degli ultimi successi interisti.

Con la storia dalla sua parte, ora toccherà a Icardi dimostrare sul campo di poter essere annoverato in futuro tra i campioni che hanno contribuito a fare di questo numero una costante dei record e delle vittorie interiste, incrementando l’alone di leggenda che lo circonda.

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