Tanto orgoglio e nessun pregiudizio

Mazzarri presentazione InterVolendo riassumere la prima conferenza stampa di Mazzarri da tecnico dell’Inter, due parole che hanno colpito il popolo nerazzurro sono state “orgoglio” e “pregiudizio”; orgoglio, quello perso per strada nel disarmante finale della scorsa stagione e da ritrovare per essere nuovamente competitivi. Pregiudizio, quello che non avrà il tecnico toscano verso la rosa degli elementi già a disposizione, che verranno valutati tutti in ritiro.

Un uomo sicuro della bontà dei suoi metodi di lavoro e voglioso di far bene, ma anche attento a evitare in dribbling alcune domande scomode, vedi il paragone su Mourinho; un personaggio dall’aria severa, come un vecchio professore, ma che concede a tutti una chance e che sa ridere di qualche battuta non ben riuscita, vedi quella sul matrimonio (“Il mio matrimonio con il Napoli, come tutti i matrimoni, ha avuto un inizio e una fine”).

Non proprio tutti i matrimoni, mister, ma fa niente, ridiamoci su ora che le domeniche di stress e sofferenze sono lontane.

Walter il mago, cantava Ligabue. Walter l’accentratore, così si è definito lo stesso Mazzarri nella sua prima conferenza stampa alla guida dell’Inter. Walter il mister del riscatto, è l’augurio del popolo di fede interista, a cui è andato uno dei primi pensieri del neoallenatore (“Dopo una stagione difficile come quella precedente, voglio una squadra che renda orgogliosi i suoi tifosi”).

Tanto orgoglio, elemento da stimolare in quei giocatori che hanno raccolto brutte figure da marzo in poi, terminando la stagione al nono posto e nessun pregiudizio, visto che, come detto in precedenza, tutti i giocatori saranno valutati in ritiro. Mazzarri vuole una rosa di 22 giocatori più qualche ragazzo da aggregare; la rosa attuale dell’Inter è un po’ deficitaria qualitativamente, ma non dal punto di vista quantitavo, tra recuperi dagli infortuni e fine dei prestiti. Qualche “ramo” verrà potato, verrà apportato qualche innesto, ma la “pianta” non verrà abbattuta in tronco.

Poi l’ampio capitolo condizione fisica, altro perno su cui verra improntato il lavoro di Mazzarri già dall’8 luglio. Il tecnico toscano ha insistito (possiamo pure usare il termine “martellato”) sull’aspetto atletico, motivo per cui il ritiro è stato prolungato di alcuni giorni, sulla tenuta e sulla sopportazione della fatica; la bella e accogliente Pinzolo non sarà un luogo di passeggiate a contatto con la natura per la truppa interista, ma un luogo dove fatica e sudore saranno le parole chiave, sia ai microfoni che soprattutto sul campo. Faticare per ripartire, faticare per ritornare a essere competitivi. Questo è il dictat di Walter, quel modo di fare che ha reso grande il Napoli e che ha portato Livorno, Reggina e Samp a risultati eccellenti.

Orgoglio, nessun pregiudizio, tanto lavoro e sopportazione della fatica. La tavola dei comandamenti di Mazzarri sta prendendo forma.

Capitolo giovani, forse il tasto su cui conviene riflettere attentanente. Il dato di fatto è che l’ex Reggina e Samp sappia lavorare con i giovani, ma che non ami avere a che fare con una squadra troppo inesperta. Qualche ragazzo l’ha svezzato lui, vedi Hamsik quando giunse a Napoli dal Brescia, ritagliandogli un ruolo che si sposasse perfettamente con le sue caratteristiche tecniche; altri, tipo Insigne, hanno fatto un po’ più fatica, nonostante un discreto minutaggio e qualche gol importante al suo primo anno in A.

I giovani canterani nerazzurri, di conseguenza, potrebbero dover continuare il processo di crescita in un’altra piazza; da un lato è un peccato, viste le buone prestazioni fornite da tutti in una stagione difficile, dall’altro potrebbe essere l’occasione giusta per crescere con meno pressioni, elemento non indifferente se si parla di ragazzi di 18-19 anni.

In un’ora sono stati messi in chiaro i diversi punti cardine del modus operandi di Mazzarri. La Milano che tifa Inter si sta già dividendo tra pro e contro l’ex Napoli, come è normale che sia. Al di là delle parole, sarà il lavoro sul campo a dire se la scelta del presidente Moratti si è rivelata giusta o meno.

Mago, accentratore, uomo del riscatto e chi più ne ha più ne metta: Mazzarri ha sposato la causa nerazzurra, ha stimolato i tifosi e ha invitato i suoi ragazzi a sopportare e faticare; ora tocca ai vari Palacio, Kovacic, Nagatomo e tutti gli altri rispondere presente già dal ritiro di Pinzolo.

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