CALCIOMERCATO/ Inter: cercasi terzini disperatamente

Chievo-Inter Nagatomo PereiraSul calendario appeso nella stanza di un qualsiasi tifoso di fede nerazzurra, l’annata 2012/2013 è cerchiata in rosso e accompagnata da una didascalia recante le parole “annus horribilis”. Il campionato ha emesso ormai il suo implacabile verdetto: l’Inter è fuori dall’Europa a 14 anni di distanza dall’ultima volta. Tale incontrovertibile responso segna in modo netto il confine tra un’era calcistica ed un’altra, che sta per avere inizio conducendo a una rivoluzione che scuoterà società, dirigenza e squadra.

Branca e Ausilio avranno l’arduo compito di completare e migliorare qualitativamente una rosa che verrà costruita intorno alle poche pedine meritevoli di riconferma. Il lungo stop di Zanetti, il flop di Pereira e le prestazioni altalenanti di Jonathan inducono a pensare che particolari sforzi dovranno essere compiuti per monitorare attentamente ciò che offre il mercato dei terzini. Ruolo senza dubbio fondamentale per creare maggiore imprevedibilità in attacco mediante continue sovrapposizioni che possano mandare in tilt le difese avversarie e, al contempo, assicurare un’adeguata copertura nel momento in cui è necessario difendersi.

La lunga storia nerazzurra dimostra quanto sia delicata tale zona del campo cui, da sempre, sono legati i maggiori successi e i flop del club meneghino. Uno dei maggiori punti di forza della “Grande Inter” di Herrera era proprio il duo Facchetti-Burgnich. Il primo era solito avventurarsi sovente in attacco sia percorrendo in lungo e in largo la fascia per arrivare al cross, sia tagliando il campo per vie centrali; il secondo, invece, costituiva un muro invalicabile per chi osava sfidarlo.

Altri casi esemplificativi sono quelli di Beppe Baresi, simbolo e condottiero dell’Inter che nella stagione 1979/80 conquistava il suo dodicesimo scudetto o ancora quello di Brehme arrivato dalla Germania insieme a Matthaus e da annoverare tra i principali fautori del “tricolore dei record” sotto la guida di Trapattoni.

Più recentemente è stato Maicon a deliziare la platea nerazzurra grazie alle sue qualità tecniche, atletiche e caratteriali. Il vuoto lasciato dalla sua partenza non sembra ancora essere stato colmato adeguatamente.

Il risvolto della medaglia mostra, invece, quei terzini caduti nell’oblio o accantonati in un angolo della memoria dedicato agli “oggetti misteriosi”. Posto d’onore in questa speciale classifica è riservato allo slovacco Gresko. Un nome che riporta a galla i tristi ricordi legati alla stagione 2001/2002 e alla partita decisiva contro la Lazio, durante la quale un errore del terzino agevolò il momentaneo pareggio di Poborsky.

Per il futuro sono innumerevoli i nomi che affollano il taccuino della dirigenza. Dal favoritissimo Peruzzi a Montoya, passando per Vrsaljiko e Jung, senza dimenticare la candidatura di Basta. Tante alternative ed un’unica domanda cui solo il tempo darà una risposta: il prossimo terzino sarà croce o delizia per le sorti nerazzurre?

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