Nagatomo opta per la terapia conservativa. In settimana test con Primavera e Berretti

Parma-Inter NagatomoNagatomo è stipendiato dall’Inter e l’Inter deciderà se e dove dovrà operarsi“, aveva tuonato in settimana un infastidito Stramaccioni. Il tira e molla, con annesso scambio di vedute, tra il terzino giapponese e la società meneghina, seguito alla ricaduta subita nei pochi scampoli di partita disputati dall’esterno nipponico contro il Cagliari ed al successivo consulto da uno specialista di Osaka, aveva coinvolto giocoforza anche il tecnico romano.

Non certo per impulsi aziendalisti ma per valutazioni di merito, era apparso comprensibilmente infastidito.

Yuto Nagatomo, infatti, rigido sulle sue posizioni e convinzioni, aveva chiaramente palesato alla società di Corso Vittorio Emanuele la ferma volontà di proseguire la terapia conservativa al menisco vanificando la possibilità di sottoporsi ad un intervento chirurgico in artroscopia, in completo disaccordo con lo staff medico interista (come già successo per l’infortunio alla spalla, ndr), in modo tale da poter prendere parte alla spedizione della sua nazionale in terra brasiliana in vista della Confederations Cup che si disputerà dal 15 al 30 giugno.

Il fastidio dell’Inter nasceva da una valutazione di carattere medico-scientifico secondo la quale la terapia conservativa, che consiste in un lavoro fisioterapico abbinato a ginnastica propriocettiva e ad un trattamento anti-infiammatorio, rappresenti una soluzione tampone che non produce risultati definitivi nel lungo periodo, a differenza dell’intervento chirurgico.

Nella conferenza stampa di preparazione a Inter-Lazio, uno Stramaccioni dai toni meno irritati e più diplomatici ha spiegato che avrebbe programmato già un’amichevole, in programma giovedì e da disputare con Berretti e Primavera, per testare le condizioni del piccolo samurai e di Antonio Cassano.

Soltanto il campo, infatti, sembra poter dire se l’intervento chirurgico si renderà necessario o meno, fermo restando il parere fondamentale e vincolante del giocatore. Ad onor del vero, il giapponese, negli anni, ha sempre dimostrato volontà, sacrificio, attaccamento e dedizione. Evidentemente la maglia della propria nazionale ed una vetrina internazionale di ampio respiro, in questo momento, rappresentano una motivazione ed uno stimolo maggiori. Peccato, però, che a pagare lo stipendio sia il presidente Moratti.

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