Primavera: l’analisi di una stagione piena di ostacoli

Inter Primavera Bernazzani 2012-13 ForteCon la sconfitta di sabato al “Facchetti” contro il Torino è terminata prematuramente la stagione della Primavera nerazzurra di Daniele Bernazzani; una squadra che aveva abituato bene i tifosi nerazzurri l’anno passato con il trionfo, con Stramaccioni in panchina, nella prima edizione della Next Generation Series e poi con la vittoria del Campionato di categoria. Ma se è difficile confermarsi quando si parla di prime squadre, lo è a maggior ragione per le formazioni giovanili che da un anno all’altro sono soggette a notevoli stravolgimenti di rosa.

Rispetto all’undici titolare della scorsa stagione ad esempio sono stati solamente tre i giocatori in pianta stabile in Primavera anche per quest’annata ma due (Di Gennaro e Spendlhofer, ndr) per motivi diversi, per infortunio il primo e per problemi di contratto il secondo, sono stati disponibili soltanto nella seconda parte di stagione, quindi l’unico vero reduce della stagione dei trionfi è stato quindi Ibrahima Mbaye. Qualche apparizione in NextGen per Alfred Duncan, aggregato in pianta stabile con la prima squadra prima di partire a gennaio per il prestito al Livorno, e poi per Alborno, di ritorno nel mercato invernale dall’esperienza a Novara.

La scelta, condivisibile e naturale, di mandare i vari Bianchetti, Crisetig, Longo e Livaja a giocare altrove per completare la propria formazione ha reso fin da subito molto arduo il compito per mister Bernazzani. La situazione non è certamente migliorata quando per le difficoltà della prima squadra l’allenatore della Primavera è stato costretto a rinunciare anche a Marco Benassi, il giocatore sul quale sarebbe stato possibile costruire una Primavera vincente anche quest’anno.

La rosa messa a disposizione di Bernazzani si è rivelata non all’altezza per gestire una stagione come quella della Primavera, resa poi ulteriormente massacrante dalla partecipazione alla NextGen. Una formazione quadrata, con una buona tenuta difensiva (grazie soprattutto al ritorno in campo di Di Gennaro e Spendlhofer da gennaio in avanti, ndr) ma con evidenti problemi a macinare gioco e a capitalizzare quanto si riusciva a costruire in zona gol. 46 reti in 26 partite di Campionato, non sono un ruolino realizzativo da Inter ed il problema del gol si è reso quanto mai evidente soprattutto nei match decisivi per il buon andamento della stagione e cioè il derby con il Milan che ha regalato ai cugini l’accesso diretto alle “Final Eight”, la finale dei Playoff contro il Torino e l’ottavi di finale della NextGen contro l’Arsenal, tre partite giocate in casa dai nerazzurri ma terminate con tre sconfitte, tutte di strettissima misura (0-1, ndr).

Tirando le somme una stagione che per quanto riguarda i risultati non può essere considerata soddisfacente mentre qualche singolo è riuscito comunque a mettersi in mostra: il solito Ibrahima Mbaye, il metronomo danese Patrick Olsen e gli esterni offensivi Luca Garritano e Niccolò Belloni, quest’ultimo vera e propria sorpresa positiva dell’annata.

Per quanto riguarda le prospettive per la prossima stagione, innanzitutto bisognerà valutare quale sarà il destino di mister Bernazzani. Il gruppo dei classe 1995, che formeranno la base della prossima formazione Primavera, è di sicuro livello ma serviranno ulteriori investimenti in sede di calciomercato per permettere a Bernazzani, o al suo eventuale successore, di giocarsi il Campionato ed i vari tornei alla pari con tutte le altre big del calcio italiano ed internazionale.

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