Dal campo alla scrivania, Zanetti pronto a raccogliere l’eredità di Facchetti: “Non escludo che…”

zanetti facchettiIn un calcio dove spesso a prevalere è il lato economico su quello umano, dove le grandi giocate dei campioni passano in secondo piano rispetto a qualche scommessa di troppo, esistono anche figure che rappresentano qualcosa di più di un semplice atleta dedito a tirare quattro calci ad un pallone.

Persone leali, oneste, sincere e attaccate alla maglia, che tengono sempre alti i colori della propria bandiera in giro per l’Italia, l’Europa e il mondo intero. In questo senso, nella sua storia ultracentenaria, l’Inter può vantare diversi simboli di uno stile inconfondibile e per certi versi inimitabile. Uomini che hanno fatto la storia del club nerazzurro dentro e fuori dal campo, perché dopo le migliaia di chilometri percorsi sul rettangolo verde, hanno preferito stare vicino alla squadra piuttosto che cadere nell’anonimato di una pensione dorata.

Su tutti, Giacinto Facchetti è stato l’emblema della Beneamata da quando esordì in Serie A. Avvenne il 21 maggio del 1961, in un Roma-Inter conclusosi con la vittoria dei nerazzurri per 2-0. Facchetti, in poco tempo, divenne uno dei cardini della Grande Inter di mister Herrera.

Un amore che non cessò nemmeno dopo il giugno del 1978, quando decise di appendere le scarpette al chiodo al termine di una carriera straordinaria. Direttore generale, direttore sportivo, vice-presidente e infine presidente, il Cipe non smise mai di amare l’Inter e di difenderla in ogni sede.

Adesso, il suo erede pare proprio esser pronto. Dopo la rottura del tendine d’Achille che lo terrà ai box per almeno sei mesi, Javier Zanetti non ne vuol sapere di lasciare il calcio giocato in questo modo. Il capitano, come promesso, tornerà nuovamente in campo, nonostante le quaranta primavere sulle spalle.

Ma questo non importa e, se vogliamo, non è nemmeno sorprendente considerando il fatto che si tratta di un vero cuore nerazzurro. Icona dell’Inter degli ultimi vent’anni, Pupi però sta già pensando al futuro quando, per forza di cose, dovrà farsi da parte:  Io vicepresidente? E’ vero, può accadere. Probabilmente avremo molti colloqui io e Moratti in questo senso. Il prossimo anno dovrà essere un anno importante per l’Inter”.

L’idea di raccogliere in pieno l’eredità di Facchetti lo stimola e lo inorgoglisce parecchio. Prima però, ogni tifoso nerazzurro freme per rivederlo nuovamente in campo a tritare avversari sulla fascia destra. Per la scrivania poi, ci sarà tutto il tempo.

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