Per l’Inter un’altra stagione da dimenticare. Ma c’è una differenza rispetto a un anno fa…

Inter Handanovic Juan KovacicLa completa disfatta dell’anno scorso, quando l’Inter terminò il campionato al sesto posto con 58 punti, sembra concretamente potersi ripetere in questa stagione. Cinquanta punti a sei partite dalla conclusione, settima piazza occupata in classifica e sogno Champions che resterà di nuovo riposto nel cassetto; i numeri ci dicono, insomma, che la squadra rifondata in estate è la chiara fotocopia di quella di dodici mesi fa. E’, secondo molti, la storia che si ripete.

Ma come spesso accade la matematica non dice sempre tutto: l’Inter 2011/2012 era composta da giocatori che avevano conquistato tutto ma che, per ovvie ragioni di età, erano ormai giunti alla conclusione di un ciclo; poter intravedere qualcosa di positivo per il futuro in quella compagine logora dalle mille battaglie era pura utopia. Una stagione da incubo in cui gli unici spiragli di luce per i tifosi nerazzurri provenivano dalle prestazioni di Diego Milito, autore di un girone di ritorno da vero Principe, e dalla comparsa sulla scena di un giovane allenatore, catapultato dalla panchina della Primavera a quella della prima squadra per volere del presidente Massimo Moratti, capace di ridare un’anima (in sole nove partite) a chi l’anima aveva smarrito.

E proprio da quell’Andrea Stramaccioni si è ripartiti: nuovo progetto, rosa per la maggior parte rifatta e tanta voglia di ritornare presto a lottare per i grandi traguardi. Da quella partenza ad oggi il cammino è storia recente e risaputa: un buon inizio per poi perdersi per strada a causa delle fatiche per le tre partite settimanali, dei continui infortuni, degli errori sul mercato che hanno lasciato degli importanti vuoti nella rosa interista. Se a tutto questo si aggiungono anche delle colossali e ripetute sviste arbitrali allora il quadro risulta chiarissimo: sembra davvero difficile in queste condizioni poter pensare di fare meglio dell’anno passato.

In questo scenario dalle non felicissime prospettive, però, emerge un dato al quale ogni tifoso nerazzurro deve ancorare le proprie speranze: l’Inter di quest’anno, qualsiasi sia il totale dei punti o la posizione in classifica che avrà conseguito il prossimo 19 maggio, ha delle basi da cui ripartire.

Le certezze si chiamano Samir Handanovic, sicuramente tra i più forti numeri uno del mondo; Juan Jesus, assoluta rivelazione e con notevoli margini di miglioramento vista la giovanissima età; Andrea Ranocchia, completamente ritrovato dopo il disastro della passata stagione; Mateo Kovacic, capace a soli 18 anni di caricarsi sulle spalle una squadra che, al suo arrivo, si trovava in piena decadenza (fisica e psicologica); un Fredy Guarin che ha dimostrato, nonostante il drastico calo degli ultimi match, di poter essere l’elemento chiave del centrocampo del futuro; e infine quel Rodrigo Palacio, vero e proprio trascinatore con i suoi 22 gol in 38 presenze al suo primo anno in nerazzurro.

Una squadra, dunque, con un’ossatura portante ben delineata che ha già dimostrato (in questo senso è esemplare l’impresa dello Juventus Stadium) di poter competere ad altissimi livelli e che ha bisogno di essere rinforzata attraverso acquisti ben mirati. Un piccolo passo in avanti rispetto all’Inter senza certezze e tutta da rifondare della passata stagione.

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