Europa League o non Europa League: questo è il dilemma nerazzurro per la stagione che verrà

Sorteggi Europa LeagueA poche gare dalla conclusione di un campionato con più ombre che luci, l’Inter è rimasta in corsa per un solo reale obiettivo, ossia la Coppa Italia; tramontato quasi definitivamente il sogno Champions dopo il K.O. interno con l’Atalanta, a cui si aggiunge l’eliminazione onorevole, ma con molti rimpianti, in Europa League per mano del Tottenham, ai nerazzurri rimane solo il trofeo nazionale, la cui vittoria passa per la “mini remuntada”, tutt’altro che impossibile, sulla Roma in semifinale e sulla vittoria nell’eventuale finalissima con la Lazio.

La conquista di questa coppa garantirebbe automaticamente l’accesso all’Europa League, secondo torneo europeo per importanza, ma spesso “snobbato”, o quantomeno considerato marginale, da diversi club, soprattutto italiani.

Il dover disputare l’Europa League, infatti, porta più svantaggi che vantaggi, sebbene resti pur sempre una competizione europea da cui derivano prestigio ed entrate economiche; la fazione interista si sta già dividendo sull’eventuale accesso a questo torneo, valutando tutti i pro e i contro che da essa derivano.

Come già detto, la seconda competizione europea per club consente di avere un ritorno economico, sebbene minore rispetto alla maestosa Champions League, oltre a essere un palcoscenico internazionale per giovani e debuttanti, a cui si aggiunge la possibilità di arricchire la bacheca con una coppa, elemento non certo secondario, specie in stagioni difficili.

Il rovescio della medaglia, però, non può essere sottovalutato: l’Europa League viene disputata di giovedì, alle ore 19 o alle ore 21, lasciando pochissimo tempo alle squadre che vi partecipano per preparare il successivo match di campionato; elemento non da poco se si considera il livellamento e la difficoltà che presenta la nostra Serie A, dove anche squadre “provinciali” mostrano un’ottima organizzazione.

L’importanza mediatica, inoltre, è decisamente minore rispetto alla “sorella” Champions, sia per una questione economica, sia per il blasone delle squadre che vi partecipano; dando un’occhiata alla sotria del torneo, si può notare come l‘appeal dei club dell’Europa League non sia di primissimo rango: le trasferte di Kazan e Baku non sono certo paragonabili a quelle al Camp Nou o all‘Old Trafford, oltre alla cornice di pubblico e all’atmosfera “frizzante” che si respira nei “mercoledì da leoni”.

Deleterio sarebbe, per giunta, dover iniziare la preparazione a luglio per affrontare i turni preliminari, come avvenuto quest’anno: la squadra arriverebbe in primavera già logora a causa dei mille impegni e delle trasferte logisticamente proibitive.

Non ci è dato sapere cosa riserverà al popolo nerazzurro questo finale di stagione, l’unica cosa certa è che bisognerà programmare con cura meticolosa ogni minimo aspetto dell’annata che verrà, indipendentemente dalla partecipazione o meno all’Europa League: forse è stato proprio questo il più grande limite della stagione in corso.

Impostazioni privacy