Nel frattempo è già passato un intero girone dal 3-1 di Torino, durante il quale l’Inter, senza il suo leader difensivo, si è tramutata nella sua spaventosa controfigura, come succede nel celebre romanzo di Stevenson “Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde”. Non può addebitarsi al caso l’inversione di tendenza che si ricava dalle statistiche, per la precisione alla voce “gol subiti”: senza il muro argentino, la difesa interista ha dannatamente sofferto le iniziative avversarie e in alcuni casi il passivo non è stato umiliante solo grazie a un Handanovic versione XXL.
Non si può nemmeno parlare di coincidenze quando si analizza, da un punto di vista tattico, il dato delle vittorie fuori casa: dallo spartiacque della stagione, rappresentato dal match contro la Juventus, l’Inter ha perduto la sua imbattibilità in trasferta (segno distintivo nella prima parte della stagione di Zanetti e compagni) e inanellato una serie di risultati deludenti anche per la mancanza di un difensore d’esperienza, il quale abbia nelle sue corde la forza di reggere la difesa contro i ripetuti attacchi delle squadre avversarie e di dare sicurezza a un reparto ancora giovane e ingenuo.
In questi quattro mesi, il centrale di Firmat ha pensato anche alla possibilità di appendere le scarpette al chiodo a fine stagione, a causa dei ripetuti guai muscolari che lo perseguitano da un anno a questa parte. La sua voglia di calciare un pallone, però, è ancora tanta e a giugno potrebbe prospettarsi davanti a lui un vero e proprio bivio che lo costringerà a scegliere tra una rinnovata permanenza all’Inter e un ritorno in patria.
Intanto, il suo rientro in campo con la maglia nerazzurra cucita sulla pelle è una tappa fondamentale per riacquistare la concreta speranza di raggiungere l’agognato terzo posto. Dall’infermeria e dallo staff medico non arrivano solo cattive notizie: The Wall è tornato…
This post was last modified on 21 Marzo 2013 - 15:37 15:37