Strama: “Niente ultima spiaggia, il mio lavoro verrà giudicato a fine stagione. Contro il Tottenham…”

Stramaccioni conferenza pre Parma-InterDomani, alle ore 19, l’Inter ospiterà il Tottenham allo stadio “Giuseppe Meazza” per la gara di ritorno degli ottavi di finale di Europa League.

In diretta dalla sala stampa del centro sportivo “Angelo Moratti”, vi proponiamo le dichiarazioni rilasciate da mister Stramaccioni nella consueta conferenza della vigilia.

Quali difficoltà troverai nel schierare la formazione domani, vista l’emergenza e l’importanza della partita di Genova?

“Abbiamo il dovere di pensare solo alla gara di domani e mettere grande impegno in questa partita. Dobbiamo onorarla, soprattutto dopo il risultato dell’andata. Sappiamo la nostra situazione in Europa League, il numero di giocatori a disposizione è limitato, però la nostra idea è di giocarcela al meglio e scendere in campo per vincere. Il calcio è strano, vediamo come si metterà la partita”.

La partita di domani è importante anche in funzione della gara di Genova?

“Le ultime dieci partite di campionato sono importanti per noi, ma adesso la nostra testa è al Tottenham. Vogliamo fare bene, poi da venerdì pensermo alla Sampdoria. Ci teniamo a fare bene davanti ai nostri tifosi, ma è ovvio che per qualificarci servirà anche un po’ di fortuna”.

L’anno scorso hai preso in mano una squadra che era addirittura in condizioni peggiori di queste. Trovi delle similitudini tra il finale della scorsa stagione e la situazione attuale?

“La cosa più simile è che l’anno scorso mancavano 9 partite, quest’anno ne mancano 10. Dentro lo spogliatoio la pensiamo tutti allo stesso modo: non ci riescono le cose e stiamo giocando male. E’ vero e non ha senso negarlo. Sta a me, in qualità di allenatore, trovare il modo per ridare a questa squadra le sicurezze che aveva. Il primo tempo col Bologna è stato più negativo degli altri perchè eravamo impauriti e bloccati nella testa. Il mio compito è far tesoro di questa situazione negativa e cercare di rimetterci in carreggiata. A sfasciare tutto ci vuole un secondo, mentre è difficile riuscire a sistemare le cose. Nessuno di noi, però, vuole mettere la testa sotto la sabbia. Mancano dieci partite e i conti si fanno alla fine. Ci sarà tempo per processarci”.

Su quali aspetti avete lavorato per cercare di ribaltare il risultato dell’andata?

“Il primo aspetto è giocoforza legato alla gestione delle energie, per cercare di mettere in campo giocatori che hanno disputato tante gare nell’ultimo periodo ma che sono costretti a stringere i denti perchè necessari per noi. Poi da un punto di vista tattico conosciamo le qualità del Tottenham e sappiamo anche come limitarle. Sarà il campo, però, a dire se saremo riusciti a farlo o no”.

Come si fa a trovare la serenità per lavorare in questi giorni difficili?

“Il termine serenità in questo momento è difficile da utilizzare. Io parlerei di lucidità, l’importante è che l’allenatore non perda quella. E’ fondamentale per me pensare solamente al campo. Le regole del nostro mestiere le conosciamo tutti. Io stesso ho beneficiato di una situazione simile per approdare sulla panchina dell’Inter, quindi so che nel momento in cui i risultati non sono positivi si va incontro a queste cose. Sarei preoccupato se non avessi visto nei miei calciatori la voglia di invertire la rotta. Sono concentrato sulle partite che mancano e so che sarò giudicato alla fine di questo mini-ciclo di dieci gare. Il Presidente è giustamente arrabbiato, ma lo siamo anche noi”.

Pensi che il match con la Sampdoria possa essere considerato come una partita da ultima spiaggia?

“Onestamente, credo di no. Penso che il mio lavoro verrà valutato al termine della stagione, ma è una mia sensazione. Moratti mi ha sempre sostenuto al 101%, poi è lui il Presidente ed è giusto che prenda le decisioni che ritiene più opportune”.

Sulla stagione dell’Inter sta pesando l’Europa League? Cercherete di evitarla l’anno prossimo?

“Il discorso dell’Europa League l’ho affrontato più volte. Sono convinto che paradossalmente servano più energie rispetto alla Champions. Se non cambia il calendario, giocare il giovedì e poi la domenica incide tantissimo e questo è un dato oggettivo. Noi poi abbiamo iniziato a giocare prima di tutti gli altri ed è evidente che abbiamo pagato di più, sia per gli infortuni sia per l’impossibilità di gestire la lista Uefa come avremmo voluto. Se dovessimo tornare in Europa League faremmo inevitabilmente delle scelte diverse per avere un ricambio effettivo tra il giovedì e la domenica. La nostra speranza comunque è di tornare a fare la Champions”.

Nei vostri discorsi sul progetto era preventivabile affrontare un momento così difficile?

“L’ho detto già sabato, il problema non è iniziare un progetto ma mantenerlo e difenderlo quando le cose non vanno al meglio. La cosa che ci dà fastidio in questo momento è non riuscire ad avere continuità di rendimento, nè all’interno di una stessa partita, nè in gare diverse. Stiamo lavorando proprio per risolvere questo problema. Nei nostri obiettivi c’è sempre il terzo posto, ma come ha detto il Presidente conterà soprattutto come arriveremo a giocarcelo. Adesso siamo in un momento negativo e abbiamo smarrito le qualità che avevamo mostrato in campo. Mi rendo conto che i vostri giudizi debbano essere pesanti e incisivi, ma mancano ancora dieci partite e ci sarà tempo per giudicare il tutto”.

Il futuro di Stramaccioni è legato più alla partita col Tottenham o al terzo posto?

“Il mio futuro è legato ai risultati della stagione in generale, non a quelli di una singola partita. In ogni caso, è il Presidente che prende le decisioni. Io sono solo concentrato per dare tutto quello che ho. Per come sono fatto non mi arrendo mai. Poi ci sarà tempo per fare bilanci”.

Hai la sensazione che in questo momento in società remino tutti dalla stessa parte?

“Il mio riferimento primario è sempre stato Moratti, poi è normale che interagisca anche con altre persone, ma le due parti che mi riguardano sono il Presidente e i giocatori. Il mio compito è fare l’allenatore e devo pensare solo al campo”.

Nagatomo sarà chiamato dalla sua nazionale?

“Lui è stato inserito nella pre-convocazione, ma bisognerà capire quali sono le sue condizioni. Se non è pronto per giocare con noi, non penso potrà giocare con il Giappone. Dipenderà dalle valutazioni dei rispettivi medici”.

E’ quasi un anno che sei alla guida dell’Inter. Ti sei pentito, visto il periodo che state attraversando?

“No, assolutamente no. E’ normale che quando sei a un livello così alto ci sono momenti positivi e momenti negativi. Io sicuramente ho commesso degli errori e adesso le critiche sono feroci, ma ho sempre messo sul campo quello che so fare. Voglio fare bene ogni partita che viene, quindi non mi sono esaltato quando scrivevate che ero molto bravo e non mi butto giù adesso che i giudizi sono cambiati”.

Come mai domenica non sono stati utilizzati Kuzmanovic e Rocchi?

“Kuzmanovic purtroppo ha avuto un problemino muscolare in settimana. Quando ho cambiato Stankovic, quindi, ho preferito inserire Kovacic, mentre la scelta di Cambiasso era legata al fatto che mi serviva un giocatore che potesse creare pericoli nell’area di rigore avversaria. Per quanto riguarda Rocchi, ha pagato il fatto che Cassano fosse partito dalla panchina. Avrebbe potuto dare il suo contributo nel finale, ma al 65′ avevo esaurito i cambi”.

Sei convinto che in questo finale di stagione possa cambiare qualcosa rispetto alle ultime settimane e che tu possa portare avanti il tuo progetto?

“Sono convinto del mio lavoro sul campo e del rispetto dei giocatori. Ovviamente, se domenica fosse stata l’ultima giornata, non sarei stato soddisfatto. Ma mancano 10 partite e ci rimboccheremo le maniche per invertire la rotta”.

E’ difficile, ma se domani dovesse riuscire la rimonta…

“Io pagherei per fare risultato domani e per arrivare terzo in campionato, ma la cosa che mi interessa di più è ritornare ad avere continuità e certezze. Domani è una partita difficile, sia per il momento, sia per il risultato dell’andata, ma sono convito che daremo una risposta sul campo”.

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