Lettera di un tifoso deluso: “C’era una volta l’Inter…”

Mourinho Champions League 2010C’era una volta l’Inter. Quella che vinceva, stravinceva e convinceva sui campi d’Italia e d’Europa. Un’Inter indomita ed indomabile, degna del suo condottiero e fedele alla sua idea di calcio, di sport, di vittoria.

Un’Inter che non esiste più, se non nei ricordi. Già proprio in quei ricordi che possono renderti prigioniero, schiavo, che possono frustrare il tuo presente e l’aspettativa del tuo futuro.

L’Inter, a tratti, è come un adolescente perennemente legato alla sua idea di innamoramento, all’assuefazione della memoria, all’ebbrezza di una conquista. Peccato che nello sport, come nella vita, il passo determinante verso la maturazione sia rappresentato indiscutibilmente dal rinnovamento e dalla riconferma.

Paradossalmente, nel momento in cui si crede di poter eterizzare una vittoria, ibernandola nella mente, si sta costruendo la strada verso la sconfitta. Ritenere di poter vivere tra gli allori e tra i clamori è un vezzo che conduce pian piano allo sgretolamento di qualsivoglia certezza, alla perdizione.

L’Inter si è persa nel momento in cui si era trovata. Non esistono allenatori, uomini, alchimie tattiche, moduli ed equazioni tecniche, se non vi è la visione chiara che ogni traguardo è un punto di partenza. Bisognava comprenderlo già dal gesto estremo di Mourinho che molti tifosi, sedotti e abbandonati, e molti detrattori avevano visto come “adultero”.

In quella scelta albergava un’intangibile verità: l’Inter, raggiunto l’apice, avrebbe conosciuto repentinamente il suo declino. Pensate che lo Special One avrebbe accettato questo smantellamento scellerato? Gettare la croce sulle spalle del povero Stramaccioni, alla luce di tutto ciò, è irrispettoso, irriguardoso e rappresenta mero esercizio di qualunquismo fazioso e curvaiolo.

L’Inter, i suoi tifosi, la sua storia, i suoi colori, meritano di poter sperare in un futuro migliore.

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