Per la prima volta Andrea Stramaccioni ha tutto da perdere e poco da guadagnare. Tutti lo aspettano al varco e questa settimana rischiava di essere addirittura l’ultima sulla panchina nerazzurra per lui. Paradossale se si considera che l’Inter è pienamente in corsa per tutti gli obiettivi prefissati a inizio anno. Sarebbe disonesto attribuire al tecnico romano la responsabilità dei difetti strutturali di questa squadra, ma per la prima volta a Firenze è parso in difficoltà nella lettura della partita. Le critiche che ne sono seguite, per quanto eccessive, sono logiche e, almeno parzialmente, giustificate. Il doppio impegno con Cluj e Milan si presentava come il banco di prova ideale e Stramaccioni, da stratega abile e furbo quale è, ha scelto la via più facile: timoroso di una doppia Waterloo che gli sarebbe stata fatale, ha deciso di assicurarsi la vittoria più semplice in Romania, per poi giocarsi da “underdog” e a cuore più leggero il derby.
La prima parte del piano è riuscita, con gli interisti in campo che ottengono contro un avversario mediocre con facilità e opportunismo una qualificazione che difficilmente sarebbe sfuggita anche con qualche rincalzo in più in campo. Non resta che portare a termine la seconda parte del piano, la più difficile. Quasi sicuramente senza Ranocchia. Ma si sa, non esiste piano senza complicazione.
Giovanni Cassese
(Twitter: @vannicassese)
This post was last modified on 26 Febbraio 2013 - 01:54 01:54