Gli esami non finiscono mai: Schelotto cerca riscatto dopo il deludente esordio

Schelotto allenamentoNella settimana che porta alla sfida casalinga contro il Chievo, crocevia di vitale importanza per conquistare i tre punti e rilanciarsi in classifica, in casa nerazzurra si prova a tessere le lodi dei pochissimi sopravvissuti alla disfatta senese per cercare le cause di un così netto tracollo.

Tra infortuni, giocatori un po’ fuori condizione e gente che finora ha tirato la carretta, molti sono sembrati a corto di fiato e di idee. Chi non ha convinto, alla sua prima partita in maglia nerazzurra, è stato Schelotto, esterno destro prelevato dall’Atalanta al termine di una lunga trattativa per dare più dinamismo e più garanzie dell’approssimativo Pereira del girone d’andata.

Bocciare senza possibilità d’appello l’ex atalantino sarebbe un errore gravissimo e da evitare poiché bisognerebbe prima analizzare le possibili cause della prestazione insufficiente fornita dall’italo-argentino.

Innanzitutto è doveroso ricordare come Schelotto abbia vissuto un mese di gennaio difficile, essendo finito ai margini del progetto bergamasco a causa di qualche dissidio con la dirigenza orobica; da qui è iniziato il braccio di ferro tra i nerazzurri di Milano e quelli di Bergamo per il cartellino del giocatore, con il ragazzo mestamente relegato in tribuna o in panchina.

Una situazione tutt’altro che banale che non gli ha consentito di mantenere lo standard di buon livello messo in mostra fino a fine 2012, facendogli perdere il ritmo partita e togliendoli anche un po’ di sicurezza e tranquillità.

Essendo un nuovo arrivato, l’ex esterno di Catania e Cesena avrà bisogno di conoscere meglio sia i compagni, sia soprattutto l’impianto di gioco di Stramaccioni. Se in terra bergamasca Schelotto era l’esterno alto di un classico 4-4-2 e nei suoi trascorsi a Cesena ha giocato da terza punta nel tridente con Bogdani e Giaccherini, il tramutarsi in unico esterno della linea mediana è un passaggio non facile da assimilare.

Nel 3-4-1-2 l’esterno di centrocampo non ha nessuno immediatamente dietro pronto a coprirgli le spalle e questo comporta il rischio di lasciare spazi dove gli avversari possono infilarsi, come successo nell’azione che ha portato alla rete dell’1-0 di Emeghara.

La poca protezione offerta da Zanetti, insieme al naufragio collettivo, non ha permesso all’oriundo di rendere al meglio, anche perché va tenuto in considerazione il fatto che Schelotto è un buon acquisto, utile a dare spinta e brio sulla corsia destra, ma non è certo il Maicon di qualche anno fa.

Prima di mettere il povero Ezequiel sul banco degli imputati ed etichettarlo come acquisto sbagliato, è giusto concedergli il tempo necessario all’ambientamento in un contesto più competitivo rispetto a Bergamo e qualche partita per riprendere il ritmo perso tra panchina e tribuna in attesa del trasferimento.

Se, come diceva Eduardo De Filippo in una sua commedia degli anni ’70, gli esami non finiscono mai, i banchi di prova in cui Schelotto potrà dimostrare di essere stato un acquisto mirato e far così ricredere gli scettici non mancheranno.

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