Gioia nerazzurra all’ultimo secondo: Ranocchia manda l’Inter in semifinale

Inter-Bologna 3-2 RanocchiaUn tranquillo martedì di paura: così si potrebbe riassumere la partita dei quarti di finale di Coppa Italia che l’Inter vince al termine di 120 minuti di fuoco contro un Bologna mai domo. Una sfida che non ti aspetti quella che va in scena a San Siro tra nerazzurri e felsinei, accompagnati da 1000 tifosi, che rivaluta il trofeo nazionale, spesso snobbato dai club di prima fascia (ma anche da quelli di seconda) e che consente agli uomini di Stramaccioni di restare impegnati su 3 fronti, in attesa di conoscere chi tra Fiorentina e Roma (gara in programma questa sera al Franchi) affronterà Zanetti e compagni in semifinale.

I due tecnici scelgono di schierare una formazione quasi titolare, con l’esordio di Rocchi dal primo minuto in maglia nerazzurra al fianco di Cassano, mentre Diamanti e Pasquato hanno il compito di ispirare la vena realizzativa di Gilardino per i rossoblu; in un primo tempo giocato a ritmi buoni, ma non certo forsennati, si segnalano una “zuccata” di Silvestre a lato e un diagonale insidioso di Pasquato bloccato a terra da Handanovic, prima del “bolide” di Guarìn che s’infila all’incorcio dei pali, regalando il vantaggio all’Inter.

Nel secondo tempo la gara si mantiene equilibrata, con il Bologna insidioso dalle parti dell’area interista, ma a sbarrare la strada agli attaccanti di Pioli ci pensa un Handanovic versione Batman; già all’opera nel primo tempo con una parata “da urlo” su Gilardino, l’estremo difensore sloveno sventa la minaccia avversaria in almeno altre 3 circostanze nella ripresa. I rossoblu si sbilanciano in attacco alla ricerca del pari e vengono puniti da Palacio, abile a scattare in contropiede e a calciare un destro imparabile dai 20 metri: Agliardi è come di sasso e l’Inter raddoppia.

Proprio quando tutti si aspettano che gli ultimi dieci minuti scivolino via senza grosse sorprese, una gemma su punizione di Diamanti riapre i giochi, prima del clamoroso svarione di Jonathan che consente a Gabbiadini, subentrato a Pasquato e vera a propria spina nel fianco della retroguardia interista, di pareggiare i conti.

Con il punteggio di parità, si va ai supplementari e qui la gara si accende defintivamente: occasioni su entrambi i fronti, moltissime palle gol e la paura, per il popolo interista, di subire una beffa difficile da digerire. I muscoli e il coraggio di capitan Zanetti sono l’emblema di un’Inter che non vuole lasciarsi sfuggire una semifinale che aveva praticamente in tasca, ma prima l’estremo difensore ospite e poi il palo respingono il doppio tentativo del numero 4 interista; anche il Bologna ha una ghiotta chance per segnare il 3-2 e sancire una storica rimonta, ma il solito Gabbiadini, a pochi metri dalla porta, conclude di testa tra le braccia di Handanovic.

Con lo spettro dei rigori dietro l’angolo, a meno di un minuto dal termine di 120 minuti tiratissimi, arriva il gol vittoria di Ranocchia, il quale, sugli sviluppi di un corner, approfitta di un’uscita approssimativa di Agliardi per realizzare il suo primo centro in questa Coppa Italia: il colpo di testa del centrale umbro scavalca il portiere rossoblu, rimasto nella cosiddetta “terra di nessuno” e fa impazzire di gioia San Siro.

Una vittoria soffertissima e che ha comportato un notevole dispendio di energia, ma di vitale importanza: come ha ribadito Stramaccioni alla viglia, la Coppa Italia è uno degli obiettivi della stagione nerazzurra. Forse il tecnico non si aspettava un quarto di finale così acceso, ma d’altronde era da un po’ che la Pazza Inter non faceva vivere ai propri tifosi un tranquillo martedì di paura…

 

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