In un’intervista concessa in esclusiva a “La Repubblica”, Andrea Ranocchia ha raccontato il suo 2012: “E’ iniziato malissimo – racconta il centrale umbro – un po’ mi ha influenzato la stagione negativa dell’Inter, un po’ ci ho messo del mio e anche il rapporto con Ranieri ha contribuito. In sei mesi avrà parlato con me al massmo due volte e io non mi sentivo preso in considerazione. Le prestazioni ne hanno risentito. Poi è arrivato quel grave errore contro il Bologna e non ho più giocato per due mesi. Sono tornato in campo ad aprile, a Trieste, contro il Cagliari. Da lì è cominciata la risalita, mi sono ripreso piano piano, riacquistando fiducia anche grazie a Stramaccioni. Con lui si parla tanto e non solo di calcio. Abbiamo un rapporto diretto, professionale ma sereno. E’ quello che ci vuole”.
A complicare le cose ci si è messa anche la questione del calcioscommesse: “A inizio agosto ho saputo di questo mio coinvolgimento nella storia di Salernitana-Bari. E’ stato il momento più brutto del 2012. Mi è crollato il mondo addosso, mi sembrava assurdo perchè non c’entravo niente, ma mi hanno tirato dentro lo stesso. Ho vacillato, poi mi sono rialzato, perchè sono tranquillo e lo sono tuttora. I miei avvocati mi hanno detto di stare sereno, ma mi dà fastidio che ogni tanto spunti il mio nome sui giornali, magari dopo una buona prestazione con l’Inter. Vedo troppo accanimento mediatico e questo non è giusto“.
Si torna poi a parlare di calcio giocato: “La striscia di dieci vittorie consecutive ci ha dato sicurezza. Nella difesa a tre mi sento a mio agio, perché posso uscire a marcare l’attaccante fino a metà campo, sapendo di avere le spalle coperte, Ma siamo cresciuti tutti insieme, nonostante il calo dopo la vittoria di Torino. Sono convinto che l’Inter possa lottare ancora per lo scudetto”.
In chiusura una battuta sull’esempio da seguire nello spogliatoio: “Ovviamente Zanetti. A parte l’aspetto fisico, che è impressionante, la cosa stupefacente è che non l’ho mai visto preoccupato. E’ sempre positivo, trascinante. Ha una parola per tutti, è un esempio. Mi ricordo il suo discorso quando in una settimana, nel 2011, perdemmo contro il Milan 3-0 e poi con lo Schalke 5-2 in Champions. Il giorno dopo ci ha parlato come deve fare un capitano e siamo ripartiti tutti insieme”.