Nagatomo: “Lavoro per vincere e per diventare il migliore. Il momento più emozionante…”

Nagatomo Juventus-InterOspite, insieme ai suoi compagni di nazionale, di un evento organizzato dalla Nike, Yuto Nagatomo ha risposto alle domande dei giornalisti riguardanti il suo periodo trascorso all’ombra della Madonnina e le sue prospettive future: “Quando ho sentito dell’interessamento dei nerazzurri un anno e mezzo fa sono rimasto molto sorpreso e allo stesso tempo ero felicissimo. E’ un sogno poter giocare tra i migliori giocatori del mondo, io continuo a lavorare per diventare il terzino più forte del mondo e per realizzare i miei sogni. Nel primo anno all’Inter ho fatto esperienza, quest’anno ci siamo stabilizzati e puntiamo in alto. Il momento più emozionante? Senza dubbio l’ultima sfida contro la Juventus, vinta a Torino.

Prosegue poi con un pensiero ai più giovani, a quei bambini che sognano un giorno di poterne emulare le gesta: “Provo sempre a prendere l’iniziativa sulla fascia, cercando l’uno contro uno. Per restare ad alti livelli è molto importante l’aspetto mentale. Poi è molto importante allenarsi ogni giorno. Bisogna sempre dare il massimo, anche se si perde. Non mi piace sbagliare”.

L’Inter ha prelevato il piccolo esterno giapponese il 31 gennaio dell’anno scorso dal Cesena (soffiandolo alle tante big d’Europa che gli avevano messo gli occhi addosso), a pochi minuti dalla chiusura del mercato in uno scambio di prestiti che ha visto coinvolto anche Davide Santon, spedito in Romagna per tentare di recuperare quelle qualità che, dopo le prime apparizioni, gli erano valse l’etichetta di erede naturale di Maicon. A fine stagione la società riscattò l’esterno nipponico girando al Cesena 4 milioni di euro più la comproprietà dei giovani Garritano e Caldirola, mentre l’esterno ferrarese classe 1991 tornò alla base per essere venduto successivamente al Newcastle.

Il 19 dicembre scorso Yuto ha rinnovato il contratto con adeguamento propostogli dalla società nerazzurra fino al 2016, frutto di ottime prestazione dovute alla disciplina e alla duttilità tattica (può giocare indifferentemente a destra o a sinistra) che gli hanno consentito di farsi apprezzare sia dai tifosi che dai compagni di squadra.

 

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