Palacio racconta i suoi primi mesi in nerazzurro: “Quando sono arrivato sapevo che…”

Palacio Inter-CataniaRodrigo Palacio, dalle pagine di una rivista argentina, ha rilasciato un’interessante intervista in cui racconta di sé e, soprattutto, dei suoi nuovi compagni nerazzurri.

“El Trenza”, così soprannominato per la sua caratteristica treccina, giunto in Italia ha dovuto affrontare i consueti problemi di ambientamento: All’inizio non è stato facile, giocavo da esterno e non mi piaceva. Gasperini poi mi ha insegnato a marcare meglio, con lui ho imparato molto. Mi ha insegnato a correre sulla fascia e poi attaccare, questo non lo facevo in Argentina.

Dopo le tre stagioni passate al Genoa, condite con 38 reti complessive, c’è stato quest’anno l’arrivo all’Inter, sfiorato per poco già nella passata stagione: L’anno scorso si era parlato di questa possibilità, ma stavo bene al Genoa e non volevo partire. Ma la scorsa stagione è andata male, il Genoa ha lottato per non retrocedere. E quando sono tornati a cercarmi, ho deciso di accettare.

Ambientamento in nerazzurro agevolato dalla numerosa colonia di connazionali presenti ad Appiano: Non sono mai stato con così tanti argentini in squadra. Qui siamo sette, al Genoa mai più di tre. Ultimamente solo due, e gli altri cambiavano ogni sei mesi: Pratto, Zuculini, Belluschi e Boselli”.

Il numero 8 della Beneamata passa poi a descrivere le sue impressioni sui nuovi compagni di squadra: “Tra i giocatori che mi hanno sorpreso quando sono arrivato qui c’è Handanovic. E’ un portiere sicuro, ha una grande personalità e ti fa vincere le partite. E’ il migliore che si possa avere come compagno. Sapevo fosse forte, ma non pensavo così tanto. Però quello che mi ha colpito di più è Cassano. Ha una visione di gioco impressionante. Poi è un personaggio fuori dal campo, fa sempre battute. Ricky Alvarez invece ha un grande fisico e l’abilità di un giocoliere. Per età era quello che conoscevo meno, l’avevo visto solo in televisione”.

E poi c’è lui, il capitano, Zanetti: E’ un fenomeno, si preoccupa per tutti i dettagli. E’ una gloria dell’Inter, ce ne rendiamo conto quando viaggiamo e da come lo ricevono. Ha una grande umiltà, si vede da come si allena, ci mette una voglia enorme. Questo lo rende il più grande”.

Lo spazio, tra tutti questi campioni, è sempre difficile da trovare: “Sono arrivato all’Inter e sapevo che sarebbe stato difficile essere titolare per la grande abbondanza di buoni giocatori che ci sono. Mi alleno sempre al massimo per avere una possibilità. Non ho niente da rimproverarmi, ora sto giocando”.

Palacio chiude l’intervista con un pensiero per la sua nazionale, con la consapevolezza che anche lì ci sarà da lottare per guadagnarsi il posto: “Il mese scorso Sabella è venuto qui, all’allenamento, per parlare. So che l’Argentina ha molti attaccanti di livello, ma ha dimostrato di tenermi in considerazione. E’ normale essere convocati a volte sì e a volte no”.

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