Silvestre, una bocciatura che sa di addio

Nonostante la squalifica di Samuel non c’è stato posto nemmeno domenica sera contro il Napoli per Matias Silvestre. Il difensore argentino continua a non convincere, tanto che Stramaccioni ha preferito arretrare un centrocampista (Cambiasso, ndr) piuttosto che schierare l’ex di Catania e Palermo al centro della difesa, nel suo ruolo naturale.

Proprio il tecnico nerazzurro ha spiegato che alla base di questa scelta c’era una motivazione tattica: la presenza del Cuchu, infatti, sarebbe servita ad aumentare la qualità del palleggio difensivo e ad avere qualcuno capace di leggere al meglio i movimenti del “tridente” partenopeo. Viene spontaneo, però, chiedersi se questa soluzione sarebbe stata adottata anche con The Wall disponibile.

Silvestre sembra aver perso fiducia in se stesso e il rientro imminente di Chivu rischia di peggiorare ancor di più la situazione, visto che Stramaccioni considera il difensore rumeno fondamentale per lo scacchiere nerazzurro: fu proprio la duttilità dell’ex Roma a ispirare il modulo con tre difensori e il suo ritorno farà perdere inevitabilmente all’argentino un’altra posizione nelle gerarchie del reparto arretrato.

Che futuro si prospetta dunque per il centrale di Buenos Aires? Di questo passo, un suo addio a fine stagione appare quasi scontato, anche se la società potrebbe cercare degli acquirenti già a gennaio. Tempo fa si era parlato dell’Atletico Madrid, dove ritroverebbe come allenatore Diego Pablo Simeone (suo allenatore ai tempi di Catania) ma, dalle ultime indiscrezioni, sembra che non manchino gli estimatori neanche in Bundesliga e Premier League.

Resta valida l’opzione prestito, che permetterebbe all’Inter di restituire valore e autostima al giocatore. In ogni caso, prima di affrontare qualsiasi discorso in uscita, la società nerazzurra dovrà verificare l’effettivo recupero di Chivu e cercare sul mercato un’alternativa che possa colmare il vuoto, numerico più che tecnico, lasciato dal giocatore. In alternativa, Silvestre avrà sei mesi per convincere tifosi e società a cambiare idea sul suo conto.

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