Sulle gambe

Un punto in tre partite. Se i recenti insuccessi avevano comunque fornito segnali incoraggianti, stavolta c’è qualcosa di diverso. La determinazione e l’ostinazione con scadenza al novantaseiesimo minuto, che avevano caratterizzato le sfide con Atalanta e Cagliari, ieri sera non si sono viste. Gli undici in campo non erano calciatori, ma pugili alle corde che non riuscivano a reagire ai colpi neanche troppo veementi degli avversari. L’Inter del Tardini ha palesato tutte i difetti di una squadra che, pur nettamente migliorata, è ancora limitata dalle sue gravi mancanze.

Manca un difensore rapido, un’alternativa ai tre titolari – impeccabili per mesi e ora ragionevolmente in calo – con caratteristiche diverse, più adatte per frenare l’impeto di carneadi del calcio come la vecchia conoscenza nerazzurra Biabiany. Ma la società ha preferito rinnovare il fragile Chivu. Quindi non ci resta che sperare che Juan Jesus ritorni ad essere l’uomo bionico dei primi due mesi.

Manca un centrocampista di qualità, un regista capace di dare i tempi che invano ieri sera ha provato a dettare il cunctator Alvarez. Se giochi contro Atalanta, Cagliari e Parma e ti ritrovi ad invidiarli perché schierano Cigarini, Conti e Valdes probabilmente il problema non è neanche così difficile da scorgere. Soprattutto se dura da un decennio.La scelta di Stramaccioni, dettata dalla necessità più che dalla volontà, di giocare un calcio dinamico, in cui la palla raggiunga velocemente gli uomini d’attacco senza sostare a lungo a metà campo, ieri è stata messa a dura prova.

Mancava fisicità nella mediana, ormai perennemente orfana di Obi e Stankovic. Mancava spinta sulle fasce: Pereira è talmente indietro da non essere preferito neanche al disastroso Nagatomo di ieri sera. Mancava l’elemento di raccordo con l’attacco, avendo designato Coutinho come arma tattica dalla panchina e Sneijder come bomba ad orologeria per lo spogliatoio. E’ bene essere chiari, a questo centrocampo manca ancora troppo per rendere questa squadra competitiva ai massimi livelli.

E’ mancato lo squalificato Cassano. Tutti notano la sua “scarsa mobilità” (teneteci in considerazione per il premio al miglior eufemismo) in campo, ma in questo momento Palacio e Milito non sono da meno. E allora ben vengano le invenzioni da fermo del talento di Bari Vecchia, capace di garantire quella manciata di occasioni pericolose che sono mancate contro il Parma.

Ma soprattutto manca la forma, smarrita dopo averla ritrovata lungo l’ultimo filotto vincente. E’ la sorte delle squadre che cominciano troppo presto la propria stagione. E’ la sorte che l’anno prossimo vogliamo evitare. E’ questo l’unico obiettivo che l’Inter deve raggiungere.

Giovanni Cassese

(Twitter: @vannicassese)

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