Strama: “Siamo calati fisicamente nella ripresa. Facciamo tutti mea culpa e pensiamo a lavorare”

S.O.S. Nel monday night della 14^giornata un’Inter spenta cade al “Tardini” di Parma per 1-0, sprecando l’occasione di portarsi a -1 dalla vetta e cedendo il secondo posto al Napoli di Mazzarri. In una partita dal gusto amaro, gli uomini di Stramaccioni creano ben poco e vengono puniti dalla caparbietà dei ducali, sempre aggressivi e decisamente in serata. A causa dei troppi infortuni e di una stanchezza che comincia a farsi sentire nelle gambe dei suoi ragazzi, l’allenatore nerazzurro sta vivendo un momento non semplicissimo e in settimana dovrà sicuramente inventarsi qualcosa per scuotere la squadra e cercare di riportarla a una vittoria che manca dal successo di inizio mese contro la Juventus.

Ai microfoni di Sky, lo stesso Stramaccioni ha commentato così la gara: Siamo calati fisicamente nella ripresa, purtroppo è la verità. E’ innegabile che non siamo in un momento fortunatissimo a livello di assenze. Parlare di chi non c’era, però, non è produttivo, parliamo di quello che è successo sul campo. Ripeto, nel primo tempo abbiamo avuto personalità, dimostrando anche una buona continuità nella manovra. Poi nella ripresa il calo è stato oggettivo. Dopo l’Europa League non siamo mai riusciti ad avere intensità, è già capitato altre volte. Però un gol così rovina la partita. Secondo me ci siamo fatti trovare disattenti perché a questi livelli un giocatore non può fare 50 metri e calciare in porta senza essere disturbato. Non ha dribblato nessuno, facciamo tutti mea culpa.

Il discorso verte anche sulla disposizione tattica dei nerazzurri: “Avevo ipotizzato che il Parma potesse giocare così, con Biabiany posizionato come a Udine. Potevo togliere Juan e accettare l’uno contro uno con Nagatomo, ma poi mi restavano solo giocatori offensivi in mezzo. Magari c’era Duncan, ma è giovane. Con un centrocampista in più, rinforzando la mediana, avremmo potuto cambiare la partita”.

L’intervista non poteva non chiudersi con un commento sul caso Sneijder: “La situazione è più semplice di quello che può sembrare. Ci sono due posizioni, quella del giocatore e quella della società, poi l’ultima parola spetta a me. Ho scelto io di non convocarlo, punto. Io faccio l’allenatore, vedo il campo durante la settimana e poi faccio le scelte che ritengo migliori. Le altre domande fatele alla società. Meglio pensare al campo, siamo arrabbiati e vogliamo solo lavorare“.

Impostazioni privacy