“Quel derby l’avremmo perso solo giocando in sei”. Il carattere di un uomo conscio dei suoi mezzi, la grinta di un allenatore di sogni, di uno scrittore di miti. José Mourinho era questo e tanto altro.
Lo Special One pronunciò quelle parole dopo un derby vinto contro il Milan. L’arbitro era Rocchi che lasciò, grazie ad una serie di sviste, i nerazzurri in nove. Ieri Mourinho ha incrociato di nuovo l’arbitro italiano con il suo Real Madrid nella sfida di Champions League contro il Manchester City e, ancora una volta, non è stato un incontro piacevole: “Rocchi ha deciso di prendere in pugno la partita, valutate voi le sue decisioni – ha detto il portoghese, ricordando poi la sua esperienza nerazzurra -. Mica me lo dimentico, so come funziona in Italia. Perché già tirò fuori espulsioni in un derby tra Inter e Milan. Rimanemmo in dieci per quasi tutta la gara per un applauso di Sneijder, poi in nove. E fischiò anche in quel caso un rigore inesistente”.
Perchè come nelle storie d’amore più belle, l’innamorato non dimentica mai la sua amata e quando può il pensiero corre sempre a lei. Già in settimana infatti, lo Special One aveva parlato del “Meazza” come del suo stadio preferito e dell’impresa contro il Barcellona come della ‘partita degli eroi’. Anche nel post-match Mou è tornato a parlare di Inter: “Spero che Stramaccioni possa vincere. Mi auguro che il paragone tra me e Andrea ci sia ancora per tanti anni, perché vorrebbe dire che potrà vincere la Champions come ho fatto io. E se l’Inter vince, io sono contento. Vale per Stramaccioni e per tutti quelli che arriveranno dopo di lui, sono interista e amo vedere la squadra vincere“.
Perchè nei suoi anni all’Inter il vate di Setubal ha scritto la storia e, così come i poeti più grandi restano sempre legati in maniera indissolubile alla loro opera più bella, Mourinho amerà per sempre i colori nerazzurri, gli stessi che lo hanno consacrato nell’Olimpo del calcio: “La Champions con l’Inter è stato il miglior momento della mia carriera – ha confessato ai microfoni dell’emittente britannica Sky Sports – Lo credo davvero”.
“L’Inter è una famiglia meravigliosa. Il signor Moratti aveva un sogno, e l’aveva sin da quando era bambino mentre suo padre era il presidente. Ha investito per anni ed anni della sua vita, milioni e milioni per riuscire a realizzarlo. Ha sempre avuto allenatori fantastici, giocatori fantastici, ma non ce l’aveva mai fatta. Quello è stato un momento speciale per lui, per la famiglia interista e per un gruppo di giocatori che era già in età avanzata: per loro era l’ultima chance per vincerla. Un momento magico, non tanto per me perché era la seconda Champions, ma soprattutto per loro. È stata la vittoria più emozionante“.