Prima la Juve, poi il Partizan. All’Inter di Stramaccioni il bianconero fa l’effetto del rosso per il toro. Due grandissimi secondi tempi legittimano due risultati meritati e due obiettivi raggiunti già agli inizi di novembre: esercitare lo ius primae noctis al Juventus Stadium e raggiungere con largo anticipo la qualificazione ai sedicesimi di Europa League.
E’ stata una settimana in bianco e nero. Non solo per chi abbiamo sconfitto, ma soprattutto per come lo abbiamo fatto. Dominio fisico e tattico, come capitava all’Inter di qualche anno fa. Magari allora non c’erano più i riflessi filmati in bianco e nero, ma ci piace ricordare quei tempi così, con quell’aura di leggenda che solo le vecchie riprese sanno dare.
La strategia di mister Stramaccioni per l’Europa League è sempre la solita: nel primo tempo in campo qualche titolare e tante riserve, fresche e desiderose di mettersi in mostra; nel secondo tempo subito dentro qualche big che trova sempre il modo di decidere un match scialbo e povero di occasioni.
Stavolta è il turno di Palacio, che con la tranquillità del veterano che non ha mai giocato in Europa, sigla una doppietta che lo rende il capocannoniere nerazzurro al di fuori dei confini italici. Il resto succede nel finale: prima trova la rete un Guarin nuovamente tonico, palesemente rinvigorito dal bagno di umiltà a cui l’ha costretto Stramaccioni; poi è il turno del primo gol europeo dei serbi, a cui viene concesso l’onore di superare la linea della porta di Handanovic. E’ il portiere sloveno la faccia del cammino europeo dei nerazzurri: gioca con la sicurezza del campione e rende facile anche ciò che non lo è affatto. Ma soprattutto ha fatto ricredere in un paio di mesi tutti quelli che avevano dubbi su di lui.
Peccato che domenica non ci troveremo di fronte la sua Udinese. Ci eravamo abituati bene al bianco e nero.
Giovanni Cassese
(Twitter: @vannicassese)