Questa Inter è Stratosferica

Quando Sky, intorno alle 20, comunica che nella formazione titolare dell’Inter giocheranno Cassano, Milito e Palacio, lo stupore generale è grande. Non sia mai che, nella terra del “catenaccio”, un allenatore giovane vada a giocare in casa della squadra prima in classifica con tre attaccanti; il calcio, in realtà, non è fatto solo di schemi e azioni di gioco, ma anche di motivazioni e segnali che vengono trasmessi ai calciatori.

Il segnale di Strama è stato chiaro: rispettiamoli, ma giochiamocela senza paura perché noi siamo l’Inter.

Pronti – via e la Juve va in gol dopo 18 secondi, sfruttando una bella azione manovrata e una topica del collaboratore di Tagliavento che non ravvisa un evidente fuorigioco di Asamoah. Passano pochi minuti e Marchisio chiama Handanovic al miracolo. Anche al più ottimista degli interisti sarà crollato il mondo addosso, ma, col passare dei minuti, l’Inter cresce, il tridente comincia a fraseggiare con maggior qualità, la difesa, dopo l’urto violentissimo, recupera fiducia. La “zuccata” vincente di Palacio fa esplodere di gioia tutti i tifosi della Beneamata, ma l’arbitro annulla per offside millimetrico dell’attaccante argentino.

L’emblema di una Juve in difficoltà è rappresentato da Lichtsteiner, che rischia il secondo giallo per un brutto fallo sull’onnipresente Palacio e viene sostituito prima dell’intervallo da Caceres.

Il secondo tempo inizia con la solita propositiva Inter: Palacio e Nagatomo fanno le prove generali del gol del pareggio, che arriva su rigore per fallo di Marchisio su Milito (meraviglioso lo schema che avrebbe liberato il Principe al tiro, se non fosse stato trattenuto irregolarmente).

La folla nerazzurra esplode quando Buffon è battuto dal tiro dagli undici metri di Diego, ma non sa che, come direbbe un tifoso interista come Ligabue, il meglio deve ancora venire.

Cassano, esausto, lascia spazio a Guarin ed è proprio il Guerriero colombiano a recuperare palla a centrocampo e far partire un vero e proprio bolide che Buffon può solo respingere: Milito si fionda sulla sfera e insacca il 2 a 1.

Dopo vani assalti affidati a Pirlo e Quagliarella, la resa definitiva del fortino bianconero arriva all’ultimo minuto, quando Nagatomo si invola in fascia con uno sprint degno del miglior Cipollini e, dopo essersi fatto ribattere la prima conclusione, serve a Palacio la palla dell’incontro: game, set and match Inter.

Il triplice fischio di Tagliavento consente alla truppa di Stramaccioni di urlare liberamente al cielo la gioia di aver firmato un’impresa degna dell’Inter del Triplete o di quella del Mancio.

Secondo posto blindato in attesa di conoscere il risultato del Napoli, di scena domani al San Paolo con il Torino, interrotta l’imbattibilità della Juve in campionato, bianconeri solamente a +1 con tutta una stagione ancora davanti.

Se queste sono le premesse, non ci resta che attendere fiduciosi: il meglio deve ancora venire…

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