Cambiasso è l’oro colato di questa Inter

“Parlo già da dirigente? Lo dicevano l’anno scorso, mi volevano fuori, lasciatemi in pace ora…”. Risponde così, con un pizzico di rivalsa ma anche di ironia, Esteban Cambiasso a Sky Sport al termine della vittoriosa gara casalinga contro il Catania.

Con il Cuchu, viene sottolineata l’assenza di un vero regista nella squadra di Stramaccioni, ma l’argentino smorza il problema: “Un deficit in mezzo? Può essere perché non abbiamo un giocatore di finezza a centrocampo, come magari può essere Lodi al Catania o Pirlo alla Juve. Ma ci sono grandi squadre che han fatto la storia senza avere questo tipo di giocatore”.

Ecco la rivincita di Esteban. Sembrano passati secoli da quelle lacrime dello scorso 4 marzo proprio in occasione di Inter-Catania. Lacrime arrivate dopo aver lasciato il campo ad Andrea Poli con la squadra sotto 2-0 a San Siro, capace poi di riacciuffare il pareggio grazie alle reti di Forlan e Milito. Ma Cambiasso, di quella rimonta, non fu protagonista. Viveva un periodo difficile, forse il più buio della sua carriera. Aveva perso quello smalto che gli consentì di diventare uno dei mediani più forti del mondo e molti, già avevano sentenziato la fine del suo ciclo.

Invece no. La cura Stramaccioni ha avuto effetto anche su di lui oltre che sui vari Ranocchia, Samuel, Nagatomo e Juan Jesus su tutti. Utilizzandolo con intelligenza, il tecnico romano sta riuscendo a tirar fuori dal Cuchu il meglio. Nonostante qualche panchina, Cambiasso è stato comunque tra i più utilizzati in questa stagione, segno di un’importanza rilevante nello scacchiere della squadra.

Il match di San Siro contro il Catania è stato solo l’ultimo in cui il mediano nerazzurro ha regalato una prestazione eccellente, dove ha anche sfornato un assist al bacio in occasione del gol di Cassano. Lo si è visto sradicare palloni in ogni zona del campo, con la grinta e la fame di un ragazzino. Con una squadra, checché se ne dica, votata all’attacco, il suo equilibrio e la sua intelligenza tattica sono oro colato.

A trentadue anni, con questa condizione fisica e intelligenza tattica, il momento per accantonare un maestro del calcio come Cambiasso, sembra davvero lontano.

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