Sul calcio italiano avanza un nuovo scandalo, quello delle carte d’identità irregolari. Tutto è partito da Fermo, dove ci si recava per ottenere quella cittadinanza italiana indispensabile per aggirare la regola restrittiva sui tesseramenti degli extracomunitari. Nel mirino della Procura 20 professionisti, 15 di serie B e 5 di A (una big del nord, una squadra di Roma e una del sud). Il Fatto Quotidiano punta il dito sul catanese Bergessio.
La procedura era fin troppo facile: per aggirare il problema delle restrizioni sui tesseramenti dei giocatori extracomunitari bastava recarsi a Fermo per ottenere la cittadinanza italiana. Nel piccolo centro marchigiano un’organizzazione criminosa approfittava della mancanza di controlli per naturalizzare italiani quelli che in realtà erano brasiliani, argentini o sudamericani. Non solo calciatori, ma anche pallavoliste, giocatori di calcio a 5 e forse anche di basket.
Siamo solo all’inizio dell’inchiesta, ma già emergono le prime voci sui diretti interessati: almeno 20 giocatori professionisti si sarebbero serviti dell’ufficio anagrafe di Fermo, interessati 15 club di serie B e 5 di serie A. Si tratta di almeno una grande squadra del nord, di una delle due romane e di un club del Sud. Primi nomi anche sui tesserati che avrebbero utilizzato il “trucco” per ottenere la cittadinanza italiana: come riporta Il Fatto Quotidiano, Gonzalo Bergessio, attaccante argentino del Catania, si sarebbe recato nella città delle Marche per diventare cittadino italiano. Il centravanti avrebbe presentato all’ufficio la documentazione per la procedura (per gli inquirenti non autentica). Ora sono in corso accertamenti per verificare se Bergessio sia diventato italiano, ma soprattutto come.
I reati contestati sono atti falsi, abuso d’ufficio, falso ideologico, associazione a delinquere, favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violazione dei sistemi informatici. Nel frattempo, a Fermo, è cambiata l’amministrazione e, con il nuovo sindaco, è arrivata la sospensione del riconoscimento delle false cittadinanze e delle carte d’identità.
Fonte: SportMediaset.it – Il Fatto Quotidiano