Segnali dal Caucaso

Una partita di girone nettamente più facile di una di preliminare: succede anche questo nella pittoresca Europa League. Eppure ci aspettavamo che gli azeri, popolo storicamente sportivamente votato alla lotta, fossero molto più combattivi. In realtà non c’è mai stata partita.

“Colpa” di Stramaccioni che schiera una formazione ben più forte di quella che probabilmente sarebbe bastata, illuminata dal talento di Coutinho. Il brasiliano sciorina un repertorio completo fatto di tiri dalla distanza e conclusioni sotto misura, dribbling ubriacanti e lanci precisi. Un segnale incoraggiante in vista del derby. Uno dei tanti.

Un altro viene senza dubbio da Guarin, tornato padrone del centrocampo con la veemenza che aveva contraddistinto il suo inizio di stagione: due assist e una prestazione a tutto campo, che fa sperare nel recupero definitivo del centrocampista più forte in rosa. Tra i migliori anche i compagni di reparto, gli “esordienti” Mudingayi e Obi. Il primo mostra buon senso della posizione e recupera palloni su palloni, il nigeriano dà tutto quel che serve a questa squadra, dinamismo e velocità, in un’ottima prestazione, impreziosita dal gol. Chissà che, complice il buon esito dell’arretramento di Cambiasso, non sia proprio questo il centrocampo titolare già da domenica.

Il 3-5-2 ultimamente ha dato ottimi frutti ma non si può essere schiavi del modulo. Coutinho, Guarin e Obi in questo momento devono essere titolari e possono esserlo solo all’interno di un 4-3-1-2, dando per scontata la presenza dal primo minuto di Milito e Cassano. Questa squadra è stata costruita in questa direzione e, sebbene qualche deviazione di tanto in tanto sia ben accetta, non si deve perdere di vista la meta finale.

La gara di Baku in questo senso è stata una tappa importante, come valutazione per un’ulteriore scrematura all’interno di una rosa che, al completo, è fin troppo profonda. In tal senso anche le partite apparentemente più insignificanti regalano segnali decisivi. Sta a Stramaccioni ora saperli recepire. Non esiste partita migliore del derby per dimostrare di esserne capace.

Giovanni Cassese

(Twitter: @vannicassese)

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