Pagellone 2011/12 – Mauro Zarate: 4

Una seconda punta che non è in grado di passare la palla è un’espressione ossimorica che mal si concilia col calcio di oggi. Ma forse un giocoliere sventuratamente prestato al calcio potrebbe anche accontentarsi della definizione di “seconda punta”, già fin troppo generosa. Zarate è la ciliegina – andata a male – di un fantasioso mercato estivo che ha portato alla corte nerazzurra, tra gli altri, talenti del calibro di Forlan e Jonathan. Arriva con un contratto particolare: 15000 euro di bonus per ogni assist. E’ come promettere a un alcolista un conguaglio per ogni bicchiere d’acqua bevuto. Lui continua a preferire i suoi dribbling ubriacanti ai ben più facili e remunerativi passaggi.

Zarate inizia il campionato da titolare, quando Gasperini intravede in lui e Forlan gli uomini giusti per fare i tornanti nel suo strampalato modulo. Maurito dura trentaquattro minuti, prima di lasciare spazio a Sneijder, sacrificato in panchina all’altare di un difficilmente comprensibile credo tattico. L’arrivo di Ranieri “rivitalizza” l’argentino che da lì in poi farà un sacco di cose apprezzabili: prima segna il gol della vittoria a Mosca contro il CSKA, poi fa la spola tra tribuna e panchina, gli unici ruoli che realmente gli si addicono. Nel finale di stagione Stramaccioni riesce finalmente a gestirlo al meglio. Quando l’infermeria è piena, Strama dà fiducia all’argentino, che lo ripaga con un paio di gol e prestazioni quantomeno sufficienti. E’ in quel periodo che cominciano ad essere ventilate spaventose prospettive di riconferma. Ma le paure vengono presto smorzate: col ritorno di Sneijder e Alvarez, Zarate viene nuovamente relegato ai bordi del campo e le dichiarazioni possibiliste sul suo riscatto man mano diventano merce sempre più rara. Sedotto e abbandonato, per lui il riscatto non arriverà mai.

Ciao Maurito! Non ci mancherai affatto.

Impostazioni privacy