Zanetti bandiera nerazzurra: “Giusto dare spazio ai giovani, ma non mi vedo con un’altra maglia”

Il prossimo 10 agosto capitan Zanetti soffierà sulla candelina numero 39. La bandiera nerazzurra, intervistata da Sportal.it, ha ripercorso i momenti più importanti della sua carriera. L’intervista si apre parlando delle bandiere che, con il passare degli anni, hanno smesso di “sventolare”: “Beh, diciamo che le bandiere stanno finendo (sorride, ndr). Prima Maldini, ora Del Piero, siamo rimasti solo io e Totti.

Battute a parte, purtroppo gli anni passano per tutti e, anche se ogni volta che il Capitano scende in campo sembra di vedere un ragazzino, bisogna rendersi conto che prima o poi tutto finirà. Zanetti dall’alto della sua professionalità è il primo a saperlo: Il mio obiettivo è quello di continuare a rendermi utile nell’Inter. Il giorno che vedrò di non essere più utile, allora cercherò di rendermi utile, sempre nell’Inter, in un altro modo. Non vorrei mai diventare un problema per l’Inter, questo deve essere chiaro. Ad esempio condivido che si debba puntare sui giovani, su un’Inter più giovane. E’ giusto dare spazio ai giovani, io cercherò solamente di dare una mano a loro e porterò in dote la mia esperienza, ma senza mai diventare un problema”.

Pupi affronta anche la questione Del Piero-Juventus, definendo l’ex-capitano bianconero un “patrimonio del calcio italiano”. Ma, a differenza del numero 10 bianconero, Zanetti non riuscirebbe mai a indossare una maglia diversa: No, non mi vedo con un’altra maglia, sono sincero. Quando smetterò di giocare, avrò addosso la maglia dell’Inter.

L’intervista continua e il giornalista fa al Capitano una domanda che tutti i tifosi di calcio vorrebbero fargli:Qual è il segreto per correre ancora così tanto? No, non c’è nessun segreto. Io cerco di godermi ogni singolo attimo della giornata, da quando mi alzo per portare i bambini a scuola al momento che mi alleno alla Pinetina o faccio fare i compiti a mia figlia Sol o gioco a calcio con mio figlio Nacho. Ora poi c’è anche il terzo che ci riempie di gioia e di impegni, mi comporto normalmente, non faccio nulla di strano.

In chiusura si parla della Fundacion Pupi, organizzazione benefica creata dal Capitano, insieme alla moglie Paula, in aiuto dei bambini argentini: E’ una delle cose più importanti che sono riuscito a fare nella mia vita. E’ nata 10 anni fa. Si è sempre occupata di bambini e ragazzi a rischio, in un quartiere, quello di Lanus, che rappresenta una delle zone più disagiate di Buenos Aires. Non pensavamo di crescere così tanto, siamo contenti di quanto abbiamo fatto e speriamo di continuare a dare una mano a più bambini possibili.

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