Pagellone 2011/12 – Javier Zanetti: 7

39 anni. 45 presenze stagionali con la maglia nerazzurra. No, non è uno scherzo: stiamo parlando di Javier Adelmar Zanetti. Ormai non esistono più aggettivi per celebrare un campione del suo calibro, di quelli che ne nasce uno ogni vent’anni. Sbarcò a Milano nell’agosto del 1995, quasi per sbaglio, insieme ad un certo Sebastian Rambert. Stesso ciuffo ordinato, stessa educazione ed eleganza di oggi, 17 anni dopo.

Nella stagione appena conclusasi, nonostante dopo anni ricchi di successi non abbia alzato al cielo alcun trofeo, il capitano nerazzurro ha raggiunto altri traguardi storici. Nel match d’andata contro la Roma, ha raggiunto un mostro sacro come Giuseppe Bergomi eguagliando il suo record di presenze con la maglia dell’Inter. Adesso, per il “Tractor”, sono 797. Ovviamente, questo non può che essere un nuovo punto di partenza per incrementare le sue cifre da vero totem del calcio mondiale.

Se dal punto di vista della squadra gli sarà sembrato di tornare ai tempi di Tardelli, da quello personale non può che essere orgoglioso. Il 24 settembre 2011, in Bologna-Inter 1-3, ha superato con 1014 presenze totali Andoni Zubizarreta e Noel Bailie nella Top 10 dei giocatori millenari stabilendosi al nono posto alle spalle di Paolo Maldini (1041). Tre giorni dopo, in CSKA Mosca-Inter 2-3 di Champions League, stabilisce il record di 78 presenze nella competizione con la fascia di capitano, superando Paolo Maldini (77 presenze). Il 10 ottobre, durante la cerimonia di consegna del Golden Foot 2011 nel Principato di Monaco, vinto da Ryan Giggs, gli è stato assegnato il premio alla carriera come leggenda del calcio mondiale, con l’onore di lasciare l’impronta dei propri piedi e il suo autografo sulla Champions Promenade.

Il 15 ottobre in Catania-Inter 2-1 con 542 presenze in Serie A, supera Roberto Mancini. Il 18 ottobre, ha raggiunto la sua presenza numero 100 in Champions League in occasione di Lille-Inter 0-1. Nella stessa partita con 144 presenze nelle competizioni UEFA, si è piazzato al 6º posto della classifica superando di una lunghezza Edwin Van der Sar, Luís Figo, Oliver Kahn e Andriy Shevchenko. Il 22 novembre sorpassa con 146 presenze Ryan Giggs e Roberto Carlos piazzandosi al 4º posto dietro a Raúl fermo a 155. Il 18 marzo, nella partita pareggiata per 0-0 contro l’Atalanta, con 563 presenze in Serie A, supera Pietro Vierchowod e sale al 4º posto nella speciale classifica di presenze posizionandosi dietro a Dino Zoff (570), per poi raggiungerlo l’11 aprile in occasione di Inter-Siena 2-1 piazzandosi 3º dietro a Gianluca Pagliuca (592). Il 1º aprile, nella partita vinta per 5-4 contro il Genoa, supera David Seaman e si piazza 6º nella Top 10 dei giocatori con almeno 1000 presenze.

Anche nei mesi più bui della stagione, lui è sempre stato l’ultimo a mollare. Indimenticabile, nel finale del derby di ritorno vinto 4-2 contro il Milan, la discesa di 80 metri con i rossoneri a rincorrerlo invano.

In 17 anni di nerazzurro, mai un atteggiamento fuori posto, sempre disponibile in campo, vero e proprio leader dentro e fuori dal rettangolo di gioco. Le offerte dai maggiori club mondiali in questi anni non sono mancate, soprattutto nel 2000, quando il Real Madrid era disposto a follie pur di portare al Santiago Bernabeu il terzino destro più forte del mondo. Invece no. Nonostante le stagioni difficili, Javier era convinto di potersi togliere grosse soddisfazioni con la maglia dell’Inter. E così fu.

Ed è per questo che noi oggi, dopo 797 partiteti ringraziamo Capitano, per quello che sei stato, che sei e per sempre resterai: una leggenda della storia nerazzurra.

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