Nonostante tutto, il poker è servito

Tiri da metà campo, gol regolari, gol fantasma, rigori regalati, rigori non dati, rabbia, gioia, fischi, malori, crampi, tripudio finale. Doveva essere il derby più triste degli ultimi anni. Invece è stato il più bello, il più emozionante. Qualche tifoso, o pseudo-tale, alla vigilia pensava di regalare la partita al cugini. “Non saremo noi a far vincere la Juventus” era il ragionamento.

Ma poi è bastato guardare la formazione del Milan, leggere i nomi di Ibra e di Muntari e la voglia di vincere è venuta a tutti. A fermare la Juventus ci pensi il Cagliari, noi pensiamo alla nostra partita. Spegniamo le radio, gli iPhone. Quello che succede a Trieste non è affar nostro.

Per l’occasione Stramaccioni fa indossare alla sua donna, l’Inter, la veste più bella: ci sono tutti i titolari. Si fa sul serio. Al’11 la prima gioia: Ibra si mangia un gol da pochi metri. E’ sempre il solito, pensiamo. Si rivelerà l’ennesimo ragionamento sbagliato della serata. Il segno lo lascerà, ma non sarà indelebile come quello del Principe. Proprio lui, due minuti dopo, ci porta in vantaggio. E uno. Al 32′ Cambiasso avrebbe raddoppiato ma la respinta di Abbiati oltre la linea inganna Rizzoli che non assegna il vantaggio. Finalmente Moratti potrà esibire un salvaschermo degno del miglior Galliani. Sul finire del primo tempo succede l’incredibile: Rizzoli concede un rigore che ha visto solo lui. Ibra non sbaglia il penalty, nonostante la linguaccia mostrata da Julio Cesar. 1-1 all’intervallo. La rabbia è il sentimento prevalente.

La ripresa inizia nei peggiore dei modi. Ibra segna subito. Ammettiamo: è stato un gran gol. Il colpo con cui ha saltato la difesa è da campione. La Beneamata però non ci sta. Non si può perdere così, non quest’anno. Sneijder ci prova dalla metà campo ma trova pronto Amelia. Samuel viene atterrato in area, ma Rizzoli non ne vuole proprio sapere. I rigori si danno solo al Milan. Poi però, appena due minuti dopo, è costretto finalmente a fischiare. Non può chiudere un occhio anche sulla trattenuta a due mani di Abate sul Principe. Batte sempre lui: 2-2. E due. Non bisogna accontentarsi. Strama butta nella mischia anche il Pazzo. Al 78′ proprio l’attaccante italiano costringe Nesta al colpo di mano. Ennesimo rigore, ennesima rete del Principe. E tre. Tripudio al Meazza. Finita? Neanche a pensarci. Bordata di Maicon e quarto gol. Il poker è servito. Rossoneri con la coda fra le gambe. Passerella finale per Ivan Ramiro Cordoba, guerriero di tante battaglie.

A meno di clamorosi colpi di scena non arriveremo terzi. Complimenti all’Udinese. Ma questa gioia non ce la toglie nessuno. Adesso però bisogna evitare di accendere il televisione. Certe immagini in bianco e nero possono nuocere gravemente all’umore.

 

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