Ranieri: “Non ci sono gli uomini per fare meglio. E’ un anno no, ma andremo avanti con professionalità”

In una stagione così disastrata, risulta sempre più difficile per Claudio Ranieri trovare le parole giuste per commentare le prestazioni della squadra. Il mezzo passo falso casalingo contro l’Atalanta rappresenta per l’Inter l’ennesima occasione persa per provare a dare un senso alla stagione. Nonostante tutto, il mister ci tiene a ribadire che il gruppo sta facendo di tutto per cercare di invertire la rotta: “Sappiamo quello che stiamo facendo, ma sappiamo anche che questa non è una stagione facile; lo vediamo tutti, ma ai ragazzi non posso rimproverare nulla – spiega l’allenatore nerazzurro ai microfoni di Sky Sport – Sapevamo che avremmo pagato la partita giocata martedì in Champions, contro un’Atalanta che ha saputo chiudersi bene e ripartire. Noi abbiamo sbagliato un calcio di rigore e quello non ci voleva”.

“Adesso programmeremo settimana dopo settimana il nostro lavoro per affrontare una gara dopo l’altra. Per rispetto dei tifosi non possiamo parlare di terzo posto o cose di questo genere. Ci siamo riempiti fin troppo la bocca, cerchiamo di fare tutto con professionalità perchè il nostro è un gruppo unito, compatto. I ragazzi continuano a credere in quello che stanno facendo, si impegnano in allenamento, che poi in partita non stia andando come vogliamo questo è palese. Nello sport capita di vivere momenti così, ma noi non molliamo.

A questo punto diventa inevitabile fare anche qualche considerazione sulla qualità della rosa nerazzurra: “Ora siamo questi e sta all’allenatore cercare di tirare fuori il meglio possibile da questo gruppo. Non ci sono gli uomini per giocare meglio, certamente. Se mi riferisco a Thiago Motta? Non si può trattenere un giocatore che chiama ogni giorno il presidente perchè vuole andare via. Avremmo potuto farlo? Si è visto a Napoli che ricadute si possono avere in questi casi…”.

Sul mancato ingresso di Forlan, Ranieri poi precisa: “La mia scelta è stata frutto di un ragionamento tattico. In settimana con Diego abbiamo parlato di idee del calcio e di come poterci venire incontro. Diego non si è rifiutato di entrare in campo, gli avevo chiesto di fare un certo tipo di lavoro e lui non se la sentiva. Che tipo di lavoro? I gradoni dello stadio (sorride, ndr). Dall’esterno si possono avere delle impressioni, ma sono sbagliate. Vivo da oltre 40 anni nel calcio, sappiamo che è un anno no, ma non ho mai trovato una società, uno spogliatoio e un gruppo di lavoro come quello dell’Inter. Avreste dovuto vedere i calciatori il giorno dopo l’eliminazione dalla Champions. Tutti presenti, nessuno che avesse male all’orecchio o ai capelli, come invece mi è capitato di trovare in carriera. E’ facile sorridere ed esserci quando si vince, ma si è presidente, società, allenatore e giocatori anche in queste situazioni e qui all’Inter lo sono tutti”.

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