Tevez è davvero indispensabile?

Negli ultimi giorni non si parla d’altro. Oltre a quello di domenica sera tra Milan e Inter, si è giocato (e forse si sta ancora giocando) un derby sul fronte mercato durato circa due settimane, dove la posta in palio non erano i tre punti ma il talento argentino Carlos Tevez.

A distanza di un anno dall’affare Cassano, un altro “promesso” nerazzurro poteva vestire la maglia rossonera, dopo che in estate Branca e lo stesso giocatore avevano avuto un incontro “occasionale”. Questa volta, però, il presidente Moratti non ha voluto farsi trovare impreparato e con una mossa di “disturbo” esemplare ha ridisegnato i sogni rossoneri costringendo Allegri e Galliani ad accontentarsi del “Pato vol.2”.

Con la strada spianata i nerazzurri adesso possono trasformare il semplice disturbo in un vero e proprio colpo di gennaio. L’Apache è sicuramente un ottimo giocatore, potente, agile e con un buon tiro, ma è davvero indispensabile alla corte di Ranieri?

La squadra, dopo un inizio pessimo di stagione, ha ritrovato fiducia nei propri mezzi e ha ottenuto 6 vittorie consecutive. Il reparto offensivo, che preoccupava fino a un mese fa, si è riscattato in maniera eccezionale. Escludendo Pazzini, che agirebbe sempre e comunque da prima punta, Tevez finirebbe per giocarsi un posto da titolare con Milito, che dopo le ultime uscite non sembra più la fotocopia sbiadita del “Principe di Madrid”, e con Forlan, che è finalmente pronto a riscattarsi dopo l’infortunio. Non bisogna dimenticare inoltre che quest’ultimo è stato chiamato in estate per sostituire Eto’o e un eventuale arrivo dell’argentino potrebbe suonare per lui come una bocciatura prematura (vista la poca fortuna avuta nei mesi precedenti).

Con Sneijder pronto al rientro e con Alvarez in ottima forma tenderanno a ridursi ancor di più i posti liberi nell’attacco nerazzurro e cresceranno invece quelli in panchina e tribuna. Se Moratti è chiamato a spendere 25 milioni (investendo addirittura una cifra superiore rispetto a quella incassata con la cessione di Eto’o) per andare a riempir d’acqua un vaso già pieno, forse è meglio fare un passo indietro e utilizzare quei soldi per puntellare e ringiovanire un reparto che ha molto più bisogno d’ossigeno, come il centrocampo. Se a tutto ciò aggiungiamo che Tevez non gioca da quasi 4 mesi (27 settembre 2011) e che non è la prima volta che viene scaricato da un suo club per problemi comportamentali, il puzzle è completo.

Lo sgarbo al Milan è stato fatto, adesso è bene che Branca & Co. riflettano bene sull’utilità del “Machado”.

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