Verso il 2012, il Ranieri pensiero (parte prima)

Approfittando della sosta natalizia, Claudio Ranieri si è raccontato ai microfoni di Sky Sport, analizzando i primi mesi della sua avventura sulla panchina nerazzurra. Dopo un avvio problematico, l’Inter sembra essersi finalmente ritrovata e parte del merito non può che essere dell’allenatore: “Non era facile, all’inizio – spiega il mister – Sapevo che alla lunga ci saremmo ripresi in campionato, anche se era difficile prevedere i tempi. In Champions è stata decisiva la partita di Mosca: è stato il primo mattone che ci ha portato alla qualificazione. Se ho ritrovato l’Inter è merito dei miei calciatori. Ho puntato molto sullo zoccolo duro, perchè vedevo come si allenavano, come si impegnavano in ogni esercitazione. Gioco forza dovevano cambiare la rotta di questa nave e, con la costanza, con la determinazione, con la voglia e la sofferenza ce l’hanno fatta. Se tutto va storto anche quando ti alleni bene, non è facile andare avanti. Io li ho solo spronati a non mollare. Come uomo sono determinato, pretendo il massimo da me stesso e dai miei giocatori. In ogni caso non abbiamo ancora fatto nulla, siamo ancora lontani dalla vetta e possiamo fare di più.

Insieme al rendimento della squadra, sta crescendo anche quello di Ricky Alvarez. L’ex Velez, dopo un periodo di ambientamento abbastanza complicato, sembra aver preso un po’ più di confidenza con le dinamiche del calcio italiano: “Il ragazzo ha dei mezzi incredibili – confessa Ranieri – Si vede che quando gioca da centrale ha qualcosa in più, ma dovremmo cercarlo con più convinzione anche quando parte dalla fascia. Ha qualità importanti e si deve impegnare ancora di più per realizzare il suo sogno”. Percorso inverso per Mauro Zarate, che nell’ultimo mese ha visto crollare le sue quotazioni: Va ancora a intermittenza e questo, in una grande squadra come l’Inter, non basta, soprattutto nella fase di non possesso palla. E’ un suo comportamento mentale, stacca proprio la spina ma non posso mettergli un pacemaker al cervello“.

Fondamentale per la costruzione di un nuovo ciclo è l’inserimento graduale dei giovani presenti in rosa, anche se Ranieri non ha mai nascosto di puntare ancora molto sulla vecchia guardia: “L’esempio che abbiamo creato, quel mix tra esperienza e forze fresche, ci ha dato una spinta in più. Ho puntato molto sullo zoccolo duro perchè di vecchio c’era solo la carta d’identità. Nel calcio l’età non conta, conta quello che vuoi: la determinazione, la forza di volontà, il sacrificio. Qui ci sono tanti giocatori che hanno vinto tutto quello che c’era da vincere, ma è come e non avessero vinto nulla; hanno ancora voglia di vincere, quantomeno vogliono provarci e l’impegno che stanno mettendo serve da esempio per i giovani. Vedendo con che determinazione si allenano, se non sono stupidi, si attaccano a quel carro e vanno avanti”.

 

 

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