Inter-Udinese, racconti dalla Nord

Ho un mal di testa da guinness dei primati (ogni tanto mi capita), ma non posso certo rinunciare alla partita per questo. Quindi mi preparo, mi copro più del solito, soprattutto collo, testa e orecchie. San Siro di sera non va sottovalutato, soprattutto se si vuol guardare la partita senza morire assiderati.

In macchina il clima è leggermente teso, ma quel teso positivo, perché tutti in fondo pensiamo la stessa cosa: stasera dev’esserci LA SVOLTA. Una nuova Inter, una squadra che finalmente costruisce, conclude e vince come solo lei sa fare. Una volta in zona stadio parcheggiamo al solito posto e prendiamo la navetta che ci porta davanti al “Meazza”. Nel frattempo la mia testa ha iniziato a pulsare come se fosse una grancassa, ma ci penserò dopo il match. Ora bisogna sostenere i ragazzi.

Ingresso 3, tornelli, scale, scalini. Tanti scalini. Mai come oggi avrei voluto un ascensore a portarmi in cima. Anche un fagiolo magico o un tappeto volante sarebbero andati benissimo, e invece sgambettando e faticando arrivo in Curva. Mi accascio su un seggiolino, solito posto. La testa fa bum, bum, bum… ma San Siro mi toglie il fiato e per un momento non penso al mal di testa funesto, preludio di una serata da dimenticare.

Ecco, chiamano a gran voce i nomi dei giocatori, c’è l’inno… e si comincia. I ragazzi della Nord ci incitano a cantare e io per una volta muovo solo le labbra. Sto troppo male per riuscire a cantare e guardare la partita contemporaneamente. Il match sembra andar bene, primo tempo prevalenza nerazzurra… peccato non si riesca mai a concludere! La palla non vuole entrare, manca qualcosa a questa Inter, un po’ di sale. Durante l’intervallo mi siedo e chiudo gli occhi, sperando che il bum bum bum nella mia testa si attutisca un po’. Sembra sia passato solo un attimo, quando i giocatori rientrano in campo e inizia il secondo tempo.

Il mal di testa mi stordisce, mi sembra che le azioni vadano a rallentatore quindi sembra quasi impossibile che gli avversari abbiano segnato. La Curva borbotta, si zittisce per un secondo e poi riprende a cantare. Siamo sotto di un gol,i ragazzi devono reagire… e invece al 40′ succede il finimondo. Il Capitano commette fallo su Armero all’interno dell’area di rigore. Ma forse non ho visto bene… non gli darà mica… RIGORE! Ha dato rigore all’Udinese…e no, no…impossibile! Zanetti ammonito, doppio giallo….rosso. Ha espulso il Capitano, ha espulso il nostro Capitano! La Nord gela per poi esplodere in fischi e improperi. Sembra quasi debba venir giù San Siro.

Ormai ci sembra tutto finito, ma Julione dice NO! Para il rigore e tutti noi tiriamo un respiro di sollievo. Dobbiamo riprenderci, dobbiamo segnare adesso! L’azione si sposta nell’area dell’Udinese, Milito porta palla… falciato in area… RIGORE! Rigore per noi, ora dobbiamo pareggiare, non possiamo assolutamente permetterci di perdere! Pazzini si prepara, prendere la rincorsa e… SCIVOLA. Palla alta sopra la traversa. No. Un incubo, un gelido silenzio attraversa non solo la Nord: tutto lo stadio non riesce a crederci.

Inutile sperare in un recupero, avremmo bisogno di un miracolo. Infatti puntuale arriva il fischio dell’arbitro che mette la parola fine non solo alla partita, ma anche alle speranze coltivate da noi tifosi. Ora che l’adrenalina non mi circola più nelle vene sento la testa che pulsa con rabbia e ferocia. Quasi stordita dalle troppe emozioni mi trascino alla macchina. Non ho nemmeno la forza di guidare. Voglio solo chiudermi nella mia stanza al buio e dormire, dimenticandomi di quello che è successo stasera. L’Inter dovrà rivedere i suoi obiettivi, noi dovremo smettere di illuderci… ma non adesso. Adesso voglio solo dormire e non pensare a nulla.

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