Thiago Motta: “Siamo noi i colpevoli”

Dopo aver incassato la sesta sconfitta in campionato, l’ottava stagionale considerando anche quelle contro Trabzonspor in Champions e Milan in Supercoppa Italiana, in casa Inter c’è poca voglia di parlare anche perchè, in periodi come questi, è davvero difficile trovare le parole per giustificare una situazione così complessa. E’ toccato a Thiago Motta presentarsi ai microfoni dei cronisti per commentare la sconfitta subita a San Siro con l’Udinese, e a Faraoni che certamente sognava un esordio dal primo minuto decisamente diverso, nonostante la sua prestazione non sia stata insufficiente.

Dare una spiegazione adesso di quello che succede non è facile. Dobbiamo stare uniti, zitti e giocare. Parlare non serve a niente, non si arriva da nessuna parte parlando, ci vuole una reazione in campo“. Non cerca alibi Thiago Motta che, ai microfoni di Sky Sport, spiega come da oggi in poi l’Inter dovrà andare avanti dopo l’ennesima sconfitta. “Ci hanno preso in contropiede e vinto la partita, c’è poco da dire “, continua Motta. “Adesso abbiamo ancora più bisogno del sostegno del nostro pubblico. Siamo noi i primi colpevoli di questa situazione e dobbiamo cambiarla noi. Non possiamo sbagliare più“. L’italo-brasiliano, parla del rigore fallito da Pazzini e degli obiettivi nerazzurri: “Sono cose che succedono, non è il rigore sbagliato il nostro problema, avevamo altri 95′ per vincere. Comunque mi dispiace per Giampaolo, perchè ha lottato tanto. Parlare adesso di scudetto sarebbe come ingannare la gente“.

Esordio dal primo minuto in serie A per Marco Davide Faraoni, che però al 61′ è stato costretto ad abbandonare il campo: “Ho avuto dei crampi e non sono più riuscito a giocare. Sono contento di essere partito dal primo minuto, soprattutto perchè ho avuto modo di far a vedere a tutti quello che posso fare. L’unica pecca è che abbiamo perso, abbiamo giocato molto bene nel primo tempo, ma nella ripresa un episodio ci ha punito”.  Emozionato per l’esordio dall’inizio? “No, non sono un tipo che si emoziona. Quando sono in campo, corro, indipendentemente da chi ho di fronte. Io sono così. Mi sono emozionato molto di più quando sono entrato in campo e i tifosi mi hanno applaudito. Faccio quello che mi chiede il mister ed è lui che ringrazio per la possibilità che mi ha dato stasera e spero mi darà in altre occasioni”. La sensazione, è però quella che a questa Inter non possano più bastare giovani di belle speranze. C’è bisogno di certezze per tornare grandi.

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