L’Inter ritrova Nagatomo

Sa di Oriente, spezie e mare. Appoggiata tra la storia antica e il presente, tra un modo di dire (‘ho perso la trebisonda’) e una partita da vincere, tra navi che smarrivano la rotta e un porto ancora tra i più importanti. Benvenuti nella Turchia tra l’Europa e il Medio Oriente, dove prima di ieri non era mai arrivato Yuto Nagatomo. Che ne saprà lui, ragazzo giapponese di Ehime, di greci e ottomani, di Bisanzio e capitoli da studiare in un scuola d’occidente… Ti sorride dentro questa mattina che albeggia sulla Uefa Champions League e dice subito: Sto bene, sono guarito. Ed è quello che conta. Lui, trottolino di fascia, si era fermato dopo Inter-Juventus. Problema muscolare a un polpaccio, che è una brutta bestia da guarire. Ora c’è, a disposizione, poi deciderà Claudio Ranieri, al termine dell’allenamento di stasera al “Huseyin Avni Aker”.

L’importante è essere qui, poter dare un contributo alla squadra. Negli ultimi due giorni ho lavorato bene, con i compagni. Nessun problema, nessun dolore. Avevo voglia di tornare a giocare. Nagatomo non ha mai perso il buon umore in questo periodo d’attesa, però lo vedevi che non era quello di sempre tra la piscina e la palestra, senza la corsa, con e senza palla. Infatti, ieri, appena saputo dell’infortunio, è corso da Wesley Sneijder, preoccupato di vederlo steso sul lettino del professor Franco Combi invece che in mezzo al ring a pitturare traiettorie. Si ritroveranno fra un po’, adesso è ritornato il tempo di Yuto.Dobbiamo vincere, ripete. Con lui, sa ancora più d’Oriente questa trasferta in Turchia dell’Inter.

Fonte: inter.it

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