Il trionfo in Champions raccontato dal Capitano

“Ci rendiamo conto che di fronte c’era una grandissima squadra, che sta dimostrando ancora adesso di essere la migliore al mondo. Io facevo il terzino e avevo di fronte un ragazzino di nome Messi… con tanti spazi era dura fermarlo. PerĂ² abbiamo fatto una partita tatticamente perfetta. Con queste parole Javier Zanetti analizza la magica vittoria del 20 aprile 2010 contro il Barcellona, raccontata nel libro “Inter, quella notte”, edito da “Libreria dello Sport”.

Durante la conferenza stampa di presentazione del libro, il Capitano ha raccontato tutta la cavalcata che ha portato l’Inter alla conquista della coppa dalla grandi orecchie. I tifosi, ormai, conoscono a memoria quelle tappe. Scorrono rapidamente nella mente: Chelsea, Cska Mosca, Barcellona, Bayern Monaco, senza dimenticare la Dinamo Kiev. Un pĂ² come quando si chiede ai nostri nonni o ai nostri padri la formazione della grande Inter di Helenio Herrera e loro subito che attaccano con la filastrocca: Sarti, Burgnich, Facchetti…

Ma la calvalcata narrata dal Capitano, che mentre ripensa a quei momenti sembra avere lo sguardo di un bambino, ha un sapore diverso perchè ci racconta quello che hanno provato i nostri eroi dentro il campo e nello spogliatoio. Pupi inizia dall’intervallo con la Dinamo, quando l’Inter era sotto uno a zero ed era a un passo dall’eliminazione:Mourinho ci disse ‘ragazzi, in questo momento siamo fuori dalla Champions, bisogna rischiare’. Fece due o tre cambi, ripropose una squadra all’attacco. Da lì, quando ha fatto gol Wesley, si è inziato a capire che c’era qualcosa di diverso“.

Subito dopo parla dell’importanza della sfida con il Chelsea e, soprattutto, della sicurezza che quella partita ha dato alla squadra, arrivando poi, nella narrazione, alla semifinale di ritorno: “Barcellona-Inter è stata una partita infinita. Infinita perchè il campo sembrava grande il doppio, partivamo con il 3 a 1 dell’andata ma siamo rimasti presto in inferoritĂ  numerica. Ricordo che il punto massimo di sofferenza è stato quando ha fatto gol Piquè. In quel momento sentivo sul collo il fiato di tutti i tifosi del Barcellona. Ho guardato l’orologio e mancavano ancora 5 minuti piĂ¹ il recupero. Mi guardavo con Samuel, con Cordoba, ci facevamo forza a vicenda, ‘dai, dai che ce la facciamo’ “.

“Dopo mi ricordo un’espressione di Walter quando c’è stato il gol di Bojan, lui non aveva visto che l’arbitro aveva annullato il gol, aveva le mani nei capelli. Quando abbiamo visto tutti che il gol era stato annullato ci siamo guardati ancora: mancavano 3 minuti e non finiva piĂ¹. Alla fine l’urlo liberatorio, perchè sapevamo di aver eliminato un grandissimo avversario e che la squadra aveva fatto una grandissima partita, nonostante l’espulsione di Thiago. Sotto la doccia dicevo ai ragazzi: ‘abbiamo battuto il Chelsea, abbiamo battuto il Barcellona, perĂ² manca ancora la finale“.

Si arriva dunque all’indimenticabile serata al Bernabeu: La notte di Madrid rimarrĂ  per sempre, il Bernabeu pieno. La prima emozione è quando siamo usciti a fare il riscaldamento, sotto la nostra curva. Incredibile! Uno dei momenti piĂ¹ belli. Dicevo ‘ragazzi, questa non la possiamo perdere’. E così è stata la partita. Era una sensazione che inseguivo da anni e finalmente ho potuto riscattare tutte le sofferenze, insieme ai miei tifosi”.

Un racconto emozionante, firmato da chi, come noi, ama alla follia i colori nerazzurri. Grazie Pupi!

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