Il ritorno di Thiago: “Importante il calore dei tifosi”

Tornato finalmente a disposizione di Ranieri nella gara di Champions di martedì sera sul campo del Lille, Thiago Motta si è subito ripreso le chiavi del centrocampo, dimostrando quanto sia importante la sua presenza davanti alla difesa per l’ordine e le geometrie della squadra. In un’intervista rilasciata al canale tematico nerazzurro “Inter Channel”, il centrocampista italobrasiliano ha parlato di molti aspetti, dall’arrivo di Ranieri, passando per l’importanza dei tifosi e chiudendo con gli obiettivi (personali e di squadra) da raggiungere in questa stagione.

Ranieri è uno che è stato tanti anni nel calcio, un uomo d’esperienza, la società l’ha preso per questo e noi, con lui, siamo sicuri di poter uscire da questa situazione un po’ difficile”. Poi, sottolinea la sua professionalità: “Con Ranieri mi trovo bene. In generale, comunque, non ho mai avuto problemi neanche con gli allenatori precedenti. Sotto questo punto di vista io sono uno disponibile”. Qualche parola anche per Gasperini, suo allenatore anche ai tempi del Genoa: Mi ha insegnato tantissimo, peccato che non abbia avuto tempo di dimostrare qui all’Inter. Prima, per esempio, giocavo più indietro e lui mi ha fatto capire che potevo stare anche più avanti, inserirmi, mi ha insegnato molto. Per un centrocampista è importante”.

Thiago si è trovato sin da subito a suo agio nell’ambiente Inter, anche grazie al supporto dei  tifosi“Quando vengono a vederci, allo stadio o altrove, è un immenso piacere per noi, è importante sentire il loro calore. La gente che si muove per noi è un’emozione bellissima”. Infine, adesso che è pienamente recuperato dall’infortunio, fissa gli obiettivi stagionaliL’Europeo è tra gli obiettivi per quest’anno, abbiamo una grandissima nazionale, sono sicuro che arriveremo determinati all’appuntamento. Giocare nella nazionale è davvero importante per me e voglio giocarci il più possibile”. Poi, sposta il tiro sull’Inter: Sentire l’inno della Champions, in qualsiasi gara, figuriamoci in finale, è un qualcosa di particolare, incredibile. È un torneo importantissimo, che per un giocatore è una fortuna poter giocare. Arrivare in finale poi… Lo dice uno che è stato sfortunato, come me… Magari a Monaco quest’anno? Non è facile ma ci proviamo”. Di lavoro ce n’è ancora tanto da fare, e la strada per arrivare a Monaco è piuttosto lunga e tortuosa. Lo fu anche nel 2010 per arrivare a Madrid. Per raggiungere certi obiettivi però, bisogna ritrovare la continuità di un tempo. Quella del Triplete.

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