Nella provincia d’Europa

Una coppa Intertoto in bacheca non basta per definire una squadra europea una “big”. Nonostante questo il Lille può essere considerato una provinciale di lusso, avendo lo scorso anno conquistato il double in un campionato competitivo e di buona qualità. Lo stadio “Lille Mètropole” è un fortino quasi inespugnabile, in cui i campioni di Francia, prima della sconfitta di agosto con il Montpellier, hanno collezionato quasi un anno di imbattibilità. Lilla è una città più vicina a Londra che a Parigi e lo si vede anche in campo. La squadra francese infatti presenta caratteristiche molto “british”: difesa rocciosa, centrocampo dinamico, qualità sulla trequarti e centravanti di sfondamento. Sono soprattutto i fantastisti (Cole e Hazard prima, Obraniak poi) a creare i maggiori grattacapi offrendo giocate di qualità invidiabile anche ai massimi livelli europei.

L’argomento qualità è d’attualità anche in casa nerazzurra: la scelta di Ranieri di puntare sul talento convalescente di Motta e Sneijder e quello sregolato di Zarate si rivela vincente, fornendo la possibilità alla manovra nerazzurra, comunque boccheggiante, di trovare spazi che i soli Cambiasso e Zanetti non sono in grado di sfruttare. Il gol è un capolavoro, un quadro di perfezione, un puzzle di genialità di cui Pazzini in questo momento può essere l’unico risolutore.

Ma alla fine è il Lille a fare la partita: esprime un bel gioco e si rende spesso pericoloso, scontrandosi con un Julio Cesar (finalmente) impeccabile. I francesi chiudono il match collezionando il triplo dei tiri tentati e il quadruplo dei calci d’angolo non sfruttati. Mentre l’Inter porta a casa i tre punti grazie a una partita di sacrificio, condita da un gran gol trovato nell’unica occasione avuta dal suo bomber e da una grande prestazione del portiere. Allora viene il dubbio che la vera provinciale non fosse il Lille, ma l’Inter. Del resto anche una vittoria da provinciale vale tre punti. Tocca solo abituarsi.

Giovanni Cassese

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