Coutinho, il futuro è ora

Philippe Coutinho è uno a cui piace bruciare le tappe: acquistato all’età di sedici anni dall’Inter, esordisce e segna nel campionato brasiliano a diciassette e fa la sua prima presenza con la nazionale maggiore a diciotto appena compiuti. Ci si stupisce allora del fatto che il talentino carioca non sia ancora riuscito ad affermarsi con la maglia nerazzurra.

E dire che la partenza era stata buona: subito un buon numero di presenze con Benitez (complici tanti infortuni) anche se defilato sulla fascia, un ruolo ancora troppo faticoso per un fisico esile come il suo. Con l’arrivo di Leonardo sulla panchina nerazzurra, in tanti credettero che, col connazionale, Cou avrebbe finalmente trovato spazio. Non è stato così, ma è comunque arrivata la prima rete in Italia, a fine campionato contro la Fiorentina.

Dopo il grande mondiale Under 20, vinto da protagonista, in pochi avevano dubbi: a diciannove anni è tempo che Coutinho diventi protagonista anche nell’Inter. Ma così non è stato: sia Gasperini che Ranieri finora gli hanno preferito l’altro giovane talento, Alvarez. L’argentino, oltre che molto meno giovane (e questo già si sapeva), si è dimostrato anche molto meno talentuoso, inanellando una serie di prestazioni deludenti.

Viceversa, nelle poche volte che è stato chiamato in causa, il talentino di Rio non ha mai deluso: l’unico a salvarsi da subentrante nella disfatta contro il Trabzonspor e un’ora da protagonista a Bologna, nonostante l’esilio in fascia destra. In entrambe le occasioni Coutinho è stato ad un passo dal gol, mostrando una maturità tattica difficilmente percepibile lo scorso anno.

Vivacità, velocità e entusiasmo: tutto quello che manca a una squadra stanca, lenta e pigra. In questo momento l’Inter può davvero permettersi di non sfruttare una delle poche risorse che è già reperibile? Chissà che dopo l’era di Mou non sia finalmento tempo di Cou.

Giovanni Cassese

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