Le “Cinque Giornate” di Gasperini

Era il 24 giugno, quando Gian Piero Gasperini firmava il contratto con la società nerazzurra. La svolta della carriera per un allenatore che si può definire della “vecchio scuola”. Dopo anni e anni di gavetta e i buoni risultati conseguiti sulla panchina del Genoa, era riuscito a ottenere la guida di una grande squadra. Purtroppo, però, la sua avventura sulla panchina dell’Inter, dopo un avvio disastroso con la sconfitta a Pechino nel derby di Supercoppa e le disfatte all’esordio in campionato e Champions League, è terminata anzitempo con la “Caporetto nerazzurra” di Novara, arrivata subito dopo uno striminzito pareggio interno a reti inviolate con la Roma.

Un bottino di 4 sconfitte e un pareggio nelle prime 5 gare ufficiali e una squadra che non riusciva ad adattarsi al suo modulo (il 3-4-3), ha portato a un inevitabile esonero. Stupendo così anche i soliti “Nostradamus da spiaggia”, che avevano sì pronosticato il mancato arrivo al panettone natalizio ma non si sarebbero mai aspettati un divorzio così veloce.

Ieri l’ex allenatore dell’Inter è tornato a parlare alla trasmissione televisiva “5 minuti di recupero” su Rai Uno. Il Gasp ha fatto un’analisi sulla sua breve avventura nerazzurra. Uno dei punti più interessanti dell’intervista è quello della difesa della squadra. Il mister ha rimarcato la grande disponibilità da parte di tutti, sottolineando a suo parere la differenza con la gestione Benitez: “Forse lui ha avuto problemi con lo spogliatoio, difficoltà nei rapporti. Io no, le nostre vicende sono differenti”.

Sicuramente il tecnico di Grugliasco avrà molti più elementi di noi per affermare ciò; ma, vista dall’esterno, vista da tifoso, la situazione della squadra sembrava tutt’altra. Difficile credere che la continua ostinazione nello schierare i giocatori in campo con un modulo inadatto all’ormai consolidato gioco di squadra, la continua panchina per scelta tecnica di un Pazzini in gran forma (gol qualificazione agli europei con la Nazionale e successivi gol nella nuova gestione Ranieri) e il ridimensionamento dell’importanza di Sneijder nella squadra abbiano potuto portare serenità all’interno spogliatoio.

Di questo problema si era accorto anche un altro tifoso, il primo tifoso, il presidente Moratti. È vero che il mister ha le sue attenuanti e ha ragione a sostenere la tesi della preparazione estiva complicata dalla mancanza dei giocatori impegnati nella Coppa America. Ma paradossalmente è altrettanto vero che la migliore Inter, si è vista proprio nel primo tempo della Supercoppa a Pechino il 6 agosto, senza sudamericani. Inoltre Gasperini ha affermato che la società non ha difeso abbastanza il progetto: “In quel momento nessuno ha perso una posizione nei miei confronti. Forse non c’era convinzione e c’era un po’ di scetticismo, ma con il presidente non ci sono mai stati problemi”.

È vero mister, lei ha ragione quando dice che se l’Inter lo ha ingaggiato avrebbe dovuto assecondare la sua idea di calcio. Ma è altrettanto vero che in una grande squadra, dopo vari tentativi non andati a buon fine, dovrebbe essere l’allenatore a fare un passo indietro, adattandosi alle caratteristiche della rosa (e non viceversa). Inoltre dopo Novara la situazione era ormai irreparabile ed era difficile pensare che la società potesse concedere ancora del tempo. Anche perché, andando avanti così, c’era il rischio di non poter più affermare di essere gli unici a non essere “mai stati in B”.

Lorenzo Candotti

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