Gasperini esplode contro l’Inter

Si sa, quando ci si lascia, si cerca sempre di difendere le proprie azioni, giuste o sbagliate che siano. E così è stato anche per Gian Piero Gasperini che, poche ore dopo aver “rescisso consensualmente” il suo contratto con l’Inter, si è confessato al “Secolo XIX”, manifestando tutto il suo disappunto per alcuni comportamenti della società.

“So che i risultati determinano tutto. Ma l’Inter sapeva che il mio modulo è il 3-4-3. Se non credeva nel mio gioco, perché mi ha scelto? Sneijder è un campione, un uomo eccezionale, ma io non gioco col trequartista. Ho provato a farlo scendere, play basso, poi più alto, più vicino alla porta, le ho provate tutte, non funzionava. Ceduto Eto’o avrei voluto due giocatori. Avevo chiesto Lavezzi e Palacio. Non si poteva spendere? Ok, ma si poteva cedere Sneijder, Pandev (invece regalato al Napoli), e oltre a Santon pure Muntari e Mariga”.

Certo, non si possono dare tutti i torti a Gasperini, quando una società sceglie di dare in mano la squadra a un allenatore, sa benissimo anche quali esigenze deve accontentare per far rendere al meglio il lavoro. E, da questo punto di vista, Branca&co non sembrano esser andati proprio nella stessa direzione del tecnico, che ha nel 3-4-3 il suo marchio di fabbrica.

C’è da aggiungere però, che anche da parte di Gasperini sarebbe stata ben accetta un po’ più di elasticità nelle scelte, in modo da adattarsi al materiale (sicuramente di primo ordine) di cui disponeva. Due allenatori del calibro di Roberto Mancini e Josè Mourinho, tra i più vincenti della storia nerazzurra, all’Inter misero da parte i loro dogmi calcistici appena si resero conto che non erano adatti ai giocatori.

Mancini, partì con il classico 4-4-2 con esterni di centrocampo Stankovic e Ze Maria (poi Luis Figo) a supporto delle punte Vieri e Adriano, per poi ripiegare sul rombo, più consono soprattutto alle caratteristiche del serbo. Questo accorgimento, portò il tecnico jesino a conquistare 2 Coppe Italia, 2 Supercoppe Italiane e 3 scudetti.

Per quanto riguarda Mourinho invece, ricordiamo tutti come presentò la sua prima Inter, con Amantino Mancini e Ricardo Quaresma a completare il tridente che aveva come punta centrale Ibrahimovic. Ci impiegò poco a capire che non era quella la formula giusta. Infatti, inserendo un’altra punta di peso al fianco dello svedese quali Crespo o Cruz, i risultati arrivarono già nella prima stagione con lo scudetto. Poi, il 4-2-3-1 del 2010 fece il resto. Ma quella è storia che in questo momento ci fa brillare gli occhi di nostalgia.

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