Forlan-Eto’o, non c’è paragone

E’ inutile nascondersi dietro a un dito. Con Samuel Eto’o in campo era un’altra storia, ad inizio partita si sapeva che prima o poi il Re Leone l’avrebbe sbattuta dentro. La sua immensa classe, la sua caparbietà e abnegazione, la sua classe sopraffina che gli permetteva di saltare regolarmente l’uomo creando superiorità numerica, erano un tocca sana per la squadra e per il pubblico interista, che ha avuto la fortuna di ammirarne le gesta per due stagioni colme di trionfi. Vuoi per il fair play finanziario, vuoi perchè il vecchio Samu non è riuscito a dire di no ai 20,5 milioni di Euro a stagione dell’Anzhi Makhachkala, il Re Leone ha lasciato l’Inter, creando un vuoto che sembra incolmabile.

Vuoto che, teoricamente, dovrebbe essere occupato da Diego Forlan, 32 anni, nazionale uruguaiano, arrivato in estate dall’Atletico Madrid a prezzo di saldo. Senza nulla togliere alla strepitosa carriera del Cacha e ai suoi 213 gol segnati in 515 partite, l’Inter, per sostituire un campione del calibro di Samuel Eto’o, avrebbe forse avuto bisogno di un giocatore con caratteristiche diverse da quelle dell’uruguaiano. Forlan, con il centro dell’attacco occupato da Milito o Pazzini, è costretto a defilarsi sull’esterno, proprio come faceva Eto’o, ma con risultati drasticamente peggiori. Avendo in rosa già il Principe e il Pazzo, non sarebbe stato meglio puntare su un giocatore dalla caratteristiche diverse e magari con qualche primavera in meno per poter costruire un progetto a lunga scadenza?

Fermo restando che probabilmente, al momento, solo Messi è più forte del camerunese, per restare competitivi sarebbe dovuto arrivare quantomeno un giocatore del calibro e dalle caratteristiche di Robben, anche se l’irraggiungibile Rooney sarebbe stato il top. Ormai però, le scelte della società sono state queste, e ora tocca a Gasperini (ancora per molto?) trovare la giusta formula per far rendere al massimo il Cacha, magari schierandolo al fianco di un solo altro attaccante come con la Roma per dividersi equamente gli ultimi 25 metri di campo a ridosso dell’area di rigore avversaria. Forza Diego, c’è bisogno anche di te.

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