Gasp-Inter, una commedia infernale

“Finalmente è arrivato il primo pareggio”. Molte volte Gasperini si sarà sentito dire queste parole con giubilo. Nelle giovanili, da allenatore del Crotone, magari anche alla guida del Genoa. Quest’anno no. Non c’è gioia, non c’è orgoglio, non c’è entusiasmo. Ci sono solo rabbia e delusione.

E quelle parole diventano “Dopo quattro partite ancora deve vincerne una”. Le statistiche spesso non dicono abbastanza, ma questa volta sono fin troppo eloquenti. In quattro partite (due con squadre mediocri e due con squadre fuori forma) il bilancio è di un pareggio e tre gol fatti: una punizione, un rigore e un gol in mischia.

E se hai in squadra Milito, Forlan, Zarate, Pazzini, Sneijder e, per una di queste quattro partite, addirittura Eto’o c’è qualcosa che non quadra. Se poi la squadra che schiera Julio Cesar, Ranocchia, Lucio, Samuel, Chivu, Cambiasso è accidentalmente la stessa di cui sopra e ha subito sette gol in quattro partite non c’è un problema. E’ una catastrofe in atto.

La società non è immune da colpe. La vecchia guardia sembra alla fine della corsa e non si intravedono campioni in grado di sostituirli. Tuttavia l’Inter è ricca di giovani di belle speranze, che potrebbero fungere da surrogati occasionali, creando un mix tra vecchio e nuovo che nel nostro campionato mediocre potrebbe essere più che sufficiente per competere ai piani alti e divertire i tifosi. Questi inizialmente si erano schierati a favore del tecnico ma la sostituzione di Forlan con Muntari, quando tutti si aspettavano l’assalto finale, ha suscitato l’ira verso Gasperini, subissato di fischi da tutto lo stadio.

Galeotto fu il cambio e chi lo fece. Non ci si aspetta che Muntari e Gasperini facciano la fine di Paolo e Francesca. Ai tifosi basta una cessione e un esonero. Ora sta a Moratti. Cosa intende fare Gianciotto?

 Giovanni Cassese

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