La parabola discendente di Davide Santon. L’Inter saluta il “bambino” prodigio

E’ un fenomeno. Si è conquistato sul campo la mia fiducia. Aveva soltanto bisogno di un allenatore che credesse in lui“. Queste le parole dello Special One su Davide Santon, che sembrava destinato ad una lunga carriera con la maglia nerazzurra ma che, al contrario, saluta il campionato italiano e vola in Inghilterra tra le file del Newcastle.

Bambino prodigio, fenomeno, promessa del calcio italiano. La sua carriera è iniziata tra gli elogi, a soli 18 anni. Debuttò il 21 gennaio 2009 nella partita di Coppa Italia contro la Roma, lasciando tutti sbalorditi e guadagnandosi la fiducia dei tifosi.

Un ragazzo con i numeri giusti, destinato a ritagliarsi un posto di rilievo nell’Inter del futuro. Ha dovuto convivere con il peso di un paragone forse troppo scomodo, per l’importanza e la maestosità del personaggio a cui era stato rapportato: Giacinto Facchetti.

Un ragazzo che, sempre nel 2009, è riuscito a fronteggiare a testa alta un avversario del calibro di Cristiano Ronaldo nel prestigioso palcoscenico degli ottavi di Champions League. Con serietà e professionalità, senza lasciarsi intimidire e mantenendo la lucidità necessaria per mettere in difficoltà il campione portoghese.

Un ragazzo che ha pagato un prezzo troppo alto per non aver iniziato in maniera brillante la stagione successiva. Probabilmente era pronto per gli applausi di San Siro, ma non per i mugugni di un pubblico dal palato fine.

Ora questo ragazzo, prima osannato e poi dimenticato, si appresta a seguire le orme dell’ex compagno di squadra Mario Balotelli. Entrambi sembravano destinati a scrivere la storia del club nerazzurro e invece, in poco più di due anni, eccoli lì nella patria del calcio, pronti ad affrontarsi in Premier League.

Ma se per SuperMario, prendendo in considerazione la sua indole e i suoi atteggiamenti, si poteva prevedere un finale come questo, i tifosi interisti speravano in qualcosa di meglio per Santon, che come una cometa è arrivato all’improvviso, ha attraversato la storia nerazzurra brillando di una vivida luce, e se n’è andato verso altri cieli.

In bocca al lupo Davide, fingers crossed.

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