L’evoluzione di Mancini e il 4-2-3-1

Nella sua prima esperienza all’Inter di circa dieci anni fa, Roberto Mancini aveva cominciato con un classico 4-4-2, con il rombo ed il trequartista dietro le due punte. L’esperienza inglese al Manchester City, lo ha sicuramente arricchito sotto il profilo professionale, e il cambiamento a quello che ormai è il modulo preferito dell’allenatore jesino, il 4-2-3-1.

 In questa seconda avventura nerazzurra il Mancio per adesso si è affidato ad un 4-3-1-2 più per contingenze che per sua volontà. Nella rosa dell’Inter a pesare sono le assenze di esterni offensivi. Non a caso il mercato invernale sembra improntato alla ricerca quasi esclusiva di questi due profili tattici. Tra i vari nomi più o meno papabili ci sono Podolski, Lavezzi, Salah e Shaqiri. L’idea di Mancini è proprio quella di evolvere il sistema di gioco in un 4-2-3-1, magari sacrificando sul mercato un giocatore come Guarin che sembra poco funzionale a questo modulo.

Un ruolo fondamentale lo avrà la diga a centrocampo, ed anche qui il ds Ausilio si è mosso per nomi prestigiosi come Lassana Diarra e Lucas Leiva. Sostenere un pacchetto offensivo di quattro elementi non è compito semplice, per questo Mancini cerca pedine di spessore da porre davanti alla difesa. Gary Medel potrà sicuramente dire la sua come diga a centrocampo, in attesa di capire il futuro di M’Vila.

Gli esterni offensivi dovranno essere acquistati, perchè l’unico che sembra adattarsi bene è Palacio, sull’out di destra, mentre Kovacic ha dimostrato che almeno per il momento il ruolo di laterale non fa per lui. Il croato potrà alternarsi ad Hernanes nel ruolo di trequartista. Infine la punta centrale sarà Icardi, con Osvaldo pronto a soffiarli il posto da titolare.

Già da questa sera nell’amichevole contro il PSG, il Mancio riproporrà il 4-2-3-1, sebbene con altri interpreti. Le idee chiare il tecnico di Jesi le ha, ora sta alla società esaudire i suoi desideri e alla squadra recepire al meglio i dettami dell’allenatore.

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