Jose Mourinho, intervistato da The Coaches Voice, ha raccontato tutta la strategia che ha permesso all’Inter di salire tetto d’Europa nel 2010. Un’impresa nata l’estate precedente. Ecco le sue dichiarazioni.
“Penso che sia molto importante, quando arrivi in un club, sapere cosa il club vuole e cercare di ottenerlo. La Champions League è sempre un punto di domanda perché i turni ad eliminazione diretta sono sempre imprevedibili e le avversarie sono sempre fortissime. Ma il mio accordo con l’Inter era di continuare a dominare in Italia per il primo anno, vincere lo scudetto per la terza volta consecutiva e intanto cominciare a sentire la Champions League. E così ho aspettato i turni ad eliminazione diretta, siamo stati eliminati dal Manchester United e ho parlato con il club e detto al presidente Moratti di cosa avevamo bisogno per passare al livello successivo.
IL CALCIOMERCATO DEL 2010
“Il lavoro che ha fatto il club è stato fenomenale. In quell’estate, il mercato è stato fantastico. Abbiamo aggiunto giocatori fondamentali, alcuni giocatori chiave in una squadra che era stata incredibile per certi aspetti. E quindi ci siamo presentati alla Champions League con quell’ambizione. E ce l’abbiamo fatta. Eravamo una squadra fenomenale difensivamente ma dovevamo portare la linea 20 metri più avanti per poter dominare e pressare più forti. Avevo un gruppo di difensori centrali fortissimi ma nella fase finale della carriera. Avevo bisogno di velocità in quel reparto, era fondamentale per me.
L’ARRIVO DI SNEIJDER
LA VITTORIA DELLA CHAMPIONS
“La Champions? Non è stato semplice. Non siamo stati fortunati nei sorteggi, abbiamo iniziato con il Barcellona nel gruppo e poi agli ottavi il Chelsea e poi di nuovo il Barcellona e poi il Bayern in finale. E’ stata durissima ed è stata un’impresa per noi. Abbiamo rotto quel blocco psicologico, quei 50 anni senza vincere la Champions. E l’Inter negli anni 80 e 90 era una grande squadra, ogni grande giocatore ha vestito la maglia dell’Inter in quel periodo. Tornando indietro nel tempo, i tedeschi hanno giocato nell’Inter, Matthaus, Brehme, Klinsmann. E poi Seedorf, Davids, e poi Ronaldo, Adriano. Ogni top player del mondo ha giocato per l’Inter ma non sono riusciti a rompere quel blocco psicologico. Il momento chiave è stato l’ottavo con il Chelsea, la gente ha cominciato a credere che la nostra squadra potesse farcela. Siamo andati a vincere a Stamford Bridge e quella è stata la svolta”.