Roberto Mancini si concede una lunga chiacchierata con La Gazzetta dello Sport. Parla del suo sogno di diventare commissario tecnico della Nazionale, ma anche di Inter, preannunciando un terzo posto, anche grazie alle basi che ha messo lui ai nerazzurri.
La Gazzetta dello Sport riporta una lunga intervista di Roberto Mancini che tra i temi più interessanti apre alla possibilità di diventare c.t. della Nazionale, ma racconta anche di Inter e di una rifondazione nata proprio con lui.
Mancini, lei in Russia ha risvegliato Kokorin.
“Avesse voluto, con i mezzi che ha, avrebbe potuto giocare in tutti i club d’Europa”.
Come Perisic?
“No, Kokorin è fuoriclasse vero. Perisic è devastante fisicamente, gli manca continuità. L’ho preso io, lo so. Ma anche quando fa poco, fa tanto. Chi meglio di lui all’Inter?”.
Dicono: l’Inter di Spalletti è crollata come l’ultima di Mancini.
Vincerà ancora la Juve?
“Sì, è la più attrezzata e ha quella rabbia che gli viene dalla storia. Non impari a vincere in 5 minuti. Io ricordo che facce avessero Bettega, Furino e Tardelli quando li incrociavo in campo. L’Inter dei miei scudetti aveva gente del genere”.
Scelga due cartoline nerazzurre.
“La prima Coppa Italia e lo scudetto a Siena”.
Il Milan di Fassone?
“Con Fassone ho lavorato benissimo all’Inter. Anzi, ritengo che l’errore più grande dell’Inter sia stato proprio quello di far partire Fassone, competente e brava persona. Il primo anno avevamo fatto bene, eravamo arrivati quarti che oggi vorrebbe dire Champions. In genere, squadra che vince non si cambia. Non andò così”.
Dicono che all’Inter l’unico che avesse il coraggio di contraddirla fosse Mirabelli. Che oggi tanti criticano.
“Un conto è fare l’osservatore, un conto il d.s. in un club come il Milan. Massimo ha bisogno di fare esperienza e di imparare, ma i giocatori li vede e farà bene anche al Milan”.
This post was last modified on 11 Gennaio 2018 - 07:58 07:58