Dopo la parentesi (con crepacuore) di Coppa Italia con il Pordenone, si torna in corsa in campionato e l’Inter non dovrebbe sbagliare l’esame Udinese, ma…
Handanovic 6: Primo tempo da spettatore e incolpevole sul gol. Inizia la ripresa e compie un miracolo su Lasagna nell’unica sbavatura di Skriniar. Il resto è storia nonostante lui non possa far di più.
Santon 4: E’ lui sempre lui, solo lui. Il gol di Lasagna che fa tremare San Siro è un suo capolavoro. Anche Spalletti ha dei limiti…Poi si riprende, la squadra di Oddo dalla sua parte non fa paura e il ragazzo corre, cerca di proporsi e di aiutare Perisic. Come può, ma non basta. Inizia la ripresa e compie un pregevole bagher in area: rigore e gol di De Paul. Sbaglia ancora qualche appoggio e alcune chiusure così l’opera è completa.
Miranda 6: Giganteggia per buona parte della gara con la sua tenacia e la sua esperienza, ma non può essere ovunque e si vede. Eccome se si vede. Le reti dei friulani nascono su errori non suoi questa volta e per questo merita la sufficienza.
Skriniar 5,5: Se non siamo qui a prendercela ogni secondo con Ausilio è grazie al fatto che in mezzo a decine di acquisti incomprensibili (per usare un eufemismo) c’è lui! L’uomo di ghiaccio è un muro umile e maturo. Sbavatura ad inizio ripresa che spalanca la porta a Lasagna (anche se c’era fallo di mano). Ma l’Inter si squaglia piano piano e lui non può che andargli dietro.
D’Ambrosio 5,5: Limiti e che limiti, almeno ha il merito di non mollare mai neppure un centimetro. Non gli si può chiedere di più, ma si impegnassero tutti come il terzino italiano saremmo qui a raccontare un’altra storia.
Vecino 5: Anche nel corso del primo tempo, con una bella Inter, i nerazzurri soffrono in fase di non possesso a centrocampo, lui fa il compitino senza infamia e senza lode. Di più evidentemente non può.
Borja Valero 6: Tocca tanti palloni, tantissimi, tutti, è il cuore del gioco e anche se a volte non è velocissimo nelle aperture, per i nerazzurri è fondamentale. Si sposta sulla trequarti, ma i nerazzurri sono troppo bassi e nella ripresa sparisce lentamente.
Candreva 6: Sicuramente D’Ambrosio non gli facilita la vita, ma Antonio è uomo squadra e sa cosa fare. Assist al bacio per l’onnipotente re dell’area di rigore. Corre, uno contro uno e sfiora il gol con un colpo di testa in anticipo e un insidioso tiro da fuori. Un primo tempo da urlo. Cala nella ripresa, ma su di lui nulla da dire, anzi.
Brozovic 5.5: Spalletti lo sceglie ancora come trequartista titolare, lui lo ripaga con chilometri, grinta e tentativi da fuori che non vanno a segno per un soffio. Pecca un po’ di incisività e precisione e nonostante la corsa rimane poco concreto per gran parte del tempo trascorso in campo.
Perisic 5: Certo non la sua partita migliore, ma come al solito è costretto al doppio lavoro avendo il vuoto dietro di lui. Prova a spingere, a coprire e anche a cercare la conclusione da fuori senza grossi risultati. Il croato non ha dato quanto richiesto e la cosa si è percepita…
Icardi 6: Il capitano è il re dell’area di rigore e si vede. Sotto di un gol basta servirgli un pallone per riportare la gara in equilibrio. Poi i nerazzurri calano, il centrocampo sparisce e lui con tutti i suoi compagni.
Gagliardini 5,5: Spalletti gli chiede più mordente a centrocampo, lui entra con piglio e grinta, ma l’Udinese in mezzo al campo è spavalda e non è facile. Sfiora il gol su calcio d’angolo, ma viene surclassato dalla banda di Oddo.
Karamoh 5,5: Entra e sembra indemoniato. Dovrebbe ricordarsi che si gioca in 11, ma la sua rapidità a tratti accende la luce dell’Inter e mette in difficoltà l’Udinese. Poi dopo cinque minuti sparisce tra la folla.
Eder s.v.: inserito nel finale di partita come sempre, non riesce ad avere palloni giocabili e quei pochi a disposizione non li gestisce come dovrebbe.
Spalletti 5: L’uomo che sembra poter tutto, non riesce a far miracoli. I danni e i problemi non sono davvero colpa sua, ma di chi in questi anni non ha fatto il suo lavoro e quando l’ha fatto ha causato più danni che la grandine eccetto rare eccezioni. Avere Santon non è colpa del mister, ma farlo giocare e insisterci sì. Il centrocampo inizia a essere un problema spesso in affanno e con poche idee.
E’ successo qualcosa (coppa Italia compresa) ora deve essere bravo a riportare la barra a dritta.
In ogni caso, prima o poi doveva pur perderne una…
Calma, piedi per terra, lavoro e sacrificio
This post was last modified on 17 Dicembre 2017 - 13:18 13:18